La
vicenda sulla legge contro l'omofobia e la transfobia può essere
riassunta in breve in questo modo: da una prima proposta, condivisa e
firmata da PD, SEL ed M5S, che conteneva l'integrazione completa dei
reati di discriminazione predisposti dalla Mancino, si è passati ad
una formulazione generica, che rischia di essere vaga, inapplicabile
e soprattutto incostituzionale. Il PDL punta chiaramente ad affossare
la legge, il PD non riesce a svincolarsi, mentre, onore al merito, il
Movimento 5 Stelle conduce la battaglia sino in fondo sulla proposta
originaria.
Come
se non bastasse i cattolici hanno iniziato a urlare che, poiché
permane la formulazione attuale con i termini “propaganda” e
“istigazione”, sostanzialmente tutti coloro che parlano della
famiglia naturale fondata sul matrimonio e delle idee della Chiesa
sarebbero denunciati. Nulla di più falso, anche al netto dell'enorme
libertà interpretativa che l'attuale formula consentirebbe.
Per
prima cosa, la normativa penale in materia di reati
d'opinione non viene qui assolutamente toccata.
Inoltre
la ratio della legge è chiara: il testo attualmente in vigore parla
di propaganda fondata su idee di superiorità e istigazione a odio e
violenza.
Dire
che mamma è solo donna e papà è solo uomo? lo capisce anche un
bambino: un conto è se lo dico per lo penso io, un conto è
se lo dico per attaccare e disprezzare gli altri. Le parole
magiche sono banali “rispetto chi non la pensa come me”. E'
chiaramente distinguibile un atteggiamento in cui si esprime
un'idea personale o di una comunità, da quello in cui si
vuole imporre una dottrina che limita la libertà
delle persone e attacca direttamente le posizioni diverse.
Certi
cattolici, inoltre, farebbero bene a “fare” prima che a
“predicare”, visto che la maggior parte di coloro che si
definiscono cattolici non seguono i precetti morali di questa
dottrina, come il sesso prematrimoniale o la messa domenicale.
Poi
ci sono delle cose sui cui non si può transigere. Un conto è dire
“io ritengo che... ma so che altri la pensano diversamente”, un
conto è dire “i gay sono malati, l'omosessualità è un disturbo,
i gay non meritano l'uguaglianza dei diritti”. Cercare insomma, di
fare “scuola” sulla pelle delle persone. In quel caso mi
dispiace, mi rendo conto che molti sono abituati ad
indottrinare le generazioni ma deve essere chiaro che è proprio
questo che da secoli genera indicibili sofferenze, condannando ad una
vita nell'ombra le persone LGBT.
Se
è reato propagandare l'idea che i neri sono esseri inferiori, allora
lo deve essere anche per le persone LGBT.
Tutt'altro
sono le persone che scambiano e discutono opinioni, cosa ben diversa
dalla propaganda.
Per
altro, una delle persone che sosterrebbe a gran voce questa legge è
proprio un prete scomparso da poco, Don Andrea Gallo.
Infine
un ultimo elemento su cui credo anche Giovanardi sarà d'accordo con
me:
ogni
libertà individuale, compresa quella d'espressione ha un solo
limite: ove comincia quella dell'altro.
Io
sfido chiunque a sentirsi libero e a vivere libero, esattamente come
gli altri, in una società dove la gente è libera di dire e di
pretendere che gli altri accettino l'idea che tu sei malato, che non
devi avere diritti e che sei sostanzialmente un errore della natura.
La
maggior parte dei cattolici, per essere tale, può fare certamente a
meno di dire che i gay sono malati.
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