sabato 20 luglio 2013

OMOFOBIA E LIBERTA' D'OPINIONE, ECCO PERCHE' GIOVANARDI E I CATTOLICI HANNO TORTO




















La vicenda sulla legge contro l'omofobia e la transfobia può essere riassunta in breve in questo modo: da una prima proposta, condivisa e firmata da PD, SEL ed M5S, che conteneva l'integrazione completa dei reati di discriminazione predisposti dalla Mancino, si è passati ad una formulazione generica, che rischia di essere vaga, inapplicabile e soprattutto incostituzionale. Il PDL punta chiaramente ad affossare la legge, il PD non riesce a svincolarsi, mentre, onore al merito, il Movimento 5 Stelle conduce la battaglia sino in fondo sulla proposta originaria.

Come se non bastasse i cattolici hanno iniziato a urlare che, poiché permane la formulazione attuale con i termini “propaganda” e “istigazione”, sostanzialmente tutti coloro che parlano della famiglia naturale fondata sul matrimonio e delle idee della Chiesa sarebbero denunciati. Nulla di più falso, anche al netto dell'enorme libertà interpretativa che l'attuale formula consentirebbe.

Per prima cosa, la normativa penale in materia di reati d'opinione non viene qui assolutamente toccata.
Inoltre la ratio della legge è chiara: il testo attualmente in vigore parla di propaganda fondata su idee di superiorità e istigazione a odio e violenza.

Dire che mamma è solo donna e papà è solo uomo? lo capisce anche un bambino: un conto è se lo dico per lo penso io, un conto è se lo dico per attaccare e disprezzare gli altri. Le parole magiche sono banali “rispetto chi non la pensa come me”. E' chiaramente distinguibile un atteggiamento in cui si esprime un'idea personale o di una comunità, da quello in cui si vuole imporre una dottrina che limita la libertà delle persone e attacca direttamente le posizioni diverse.

Certi cattolici, inoltre, farebbero bene a “fare” prima che a “predicare”, visto che la maggior parte di coloro che si definiscono cattolici non seguono i precetti morali di questa dottrina, come il sesso prematrimoniale o la messa domenicale.

Poi ci sono delle cose sui cui non si può transigere. Un conto è dire “io ritengo che... ma so che altri la pensano diversamente”, un conto è dire “i gay sono malati, l'omosessualità è un disturbo, i gay non meritano l'uguaglianza dei diritti”. Cercare insomma, di fare “scuola” sulla pelle delle persone. In quel caso mi dispiace, mi rendo conto che molti sono abituati ad indottrinare le generazioni ma deve essere chiaro che è proprio questo che da secoli genera indicibili sofferenze, condannando ad una vita nell'ombra le persone LGBT.
Se è reato propagandare l'idea che i neri sono esseri inferiori, allora lo deve essere anche per le persone LGBT. 
Tutt'altro sono le persone che scambiano e discutono opinioni, cosa ben diversa dalla propaganda.
Per altro, una delle persone che sosterrebbe a gran voce questa legge è proprio un prete scomparso da poco, Don Andrea Gallo.
Infine un ultimo elemento su cui credo anche Giovanardi sarà d'accordo con me:
ogni libertà individuale, compresa quella d'espressione ha un solo limite: ove comincia quella dell'altro.
Io sfido chiunque a sentirsi libero e a vivere libero, esattamente come gli altri, in una società dove la gente è libera di dire e di pretendere che gli altri accettino l'idea che tu sei malato, che non devi avere diritti e che sei sostanzialmente un errore della natura.


La maggior parte dei cattolici, per essere tale, può fare certamente a meno di dire che i gay sono malati.




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