lunedì 26 settembre 2011

FERRARA HA ROTTO IL MIO RELAX. E NON SOLO QUELLO.

















Volevo rilassarmi...ma purtroppo mi è caduto l'occhio sul video di Ferrara e del suo Radio Londra. Desertificazione celebrale di massa; è terrificante vedere questo leccapiedi che pontifica su Raiuno infilando una dopo l'altra un record incredibile di indecenze. Berlusconi? vizi privati. E quando mai, ci mancherebbe, ha solo messo in mezzo un capo di Stato, messo se stesso e il Paese sotto ricatto, usato le donne come tangenti, riempito il Parlamento e le istituzioni di un esercito di escort più o meno di professione...tutte cose che riguardano la sfera privata, certo.

Ma qualcuno te l'ha insegnato cos'è il pubblico e il privato? o a furia di studiare il copione ci credi anche tu?e se ti denuncio io per turbamento della quiete privata, dopo questa valanga di idiozie?

Poi ecco che Giulianone tira fuori l'artiglieria pesante d'epoca tardo medievale direi, da caccia alle streghe del '300, oppure, se vogliamo, le cannonate del cattolicesimo seicentesco da inquisizione, quello che distrusse l'America precolombiana, per intenderci.

Ma di cosa parli? a chi vuoi fare paura? a quei poveri cittadini che ne sanno meno di te solo perchè non hanno avuto la possibilità di studiare certe cose e non si informano a sufficienza perchè tornano dal lavoro e sentono Fede, Minzolini e Bertone?

lo sai benissimo quanto e cosa possono fare i preservativi in termini di educazione sessuale e prevenzione e che sei tu a banalizzare il sesso riducendolo a una funzione biologica, non chi ne difende la LIBERTA' !
lo sai benissimo che una donna affronta sempre e comunque un trauma se decide di abortire e che la decisione spetta a lei e soltanto a lei, non alle leggi della casta clericale!
Lo sai benissimo che la diagnosi preimpianto non serve a fabricare bambini con lo stampino, ma ad evitare malattie gravissime ed ereditarie!
lo sai benissimo che il buon senso indica chiaramente la differenza tra la scelta di un embrione gravemente malato o uno maschio piuttosto che femmina!
lo sai benissimo che tutto, dicesi tutto, il mondo dibatte ormai in modo serio di medicina genetica e progetto genoma, tutte cose di cui qui non si conosce quasi nulla per colpa di quelli come te!

Ferrara, tu e tutti gli altri! dovete finirla! quanto pensate ancora di poter tenere questo Paese nel medioevo per spolpare fino all'ultimo l'osso di quella politica fatta di paura, ignoranza e ipocrisia?

Tu che hai, o avevi, un briciolo di cultura, vergognati piuttosto del fatto che una delle tante "signorine" sta adesso al ministero dell'Istruzione, che delira su tunnel immaginifici di 730 km e chiede cos'è la "grattachecca" agli aspiranti medici, vergognati di come stai contribuendo a ridurre il Paese! tu e l'amico Sgarbi che parlate di Arte e Cultura, andate a vedere come crollano le scuole e i monumenti nel Paese di Leopardi e Michelangelo, andate a vedere come i nostri ricercatori fuggono o muoiono di tumore come alla Facoltà di farmacia di Catania, andate a vedere cosa imparano i bambini nelle classi pollaio!
massa di vipere vendute e vacche da parlamento! e ciascuno dei due si scelga casualmente la metafora!

http://tv.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/ferrara-risibile-la-crociata-moralistica-contro-berlusconi/76844?video=&ref=HREA-1

domenica 11 settembre 2011

Noi Giovani e la protesta globale. Il 15 ottobre
















Nella nostra piccola Italia, restiamo ormai troppo spesso invischiati in un vortice di problemi che ci relega purtroppo ad un immeritato provincialismo, immeritato specie se consideriamo la storia del nostro Paese e le energie intellettuali di tanti italiani in giro per il mondo.
Abbiamo un Premier che parla ancora di comunismo e di toghe rosse e che perde tempo a farsi ricattare da strani faccendieri, abbiamo ancora un Papa che pontifica sulla vita e la famiglia ignorando la scienza e i diritti, abbiamo guarda caso la più vecchia classe politica d'Europa.
Tuttavia, sembra che la crisi finanziaria abbia funzionato da megafono e che le scottanti questioni internazionali stiano improvvisamente trovando il loro spazio nell'agenda politica italiana. In modo traumatico, certo, perchè ci stiamo accorgendo sempre più di essere un Paese schiavo dell'incapacità di crescere e quindi dell'impossibilità di risanare il suo enorme debito, dopo che per troppi anni nulla è stato fatto per creare realmente lavoro e sviluppo e smontare l'economia sommersa che ci soffoca.


Oltre a questo, ci accorgiamo che la situazione è più complessa del previsto anche i nostri vicini europei sono costretti ad emanare misure restrittive e di contenimento, insieme agli Stati Uniti, che hanno dovuto fronteggiare il primo declassamento dei titoli nella loro storia ed imbastire una manovra cruciale per far fronte al proprio debito. Nel frattempo ci troviamo di fronte ad un disagio diffuso a livello globale, che si intreccia certamente con i casi specifici, vedi i Paesi nordafricani, ma che certamente ha in comune la sensazione di essere di fronte ad una politica vecchia e fallimentare, dove non vengono realmente fatti gli interessi dei popoli sovrani. Questo messaggio si sta diffondendo come mai prima in rete e sui social network, generando una condivisione di idee e di pensieri assolutamente senza precedenti per ampiezza e cosmopolitismo.

Per il 15 ottobre, la pagina Democracia Real YA, creata dagli indignados spagnoli del 15M, ha lanciato una giornata di manifestazione mondiale pacifica contro la politica delle banche, delle corporazioni e della corruzione.
Si tratta del maturare di un sentimento globale di rinnovamento che affonda le proprie radici nella primavera araba e nelle crisi economiche degli ultimi anni.

Di fronte a questo scenario, la nostra generazione ha un compito decisamente arduo. Liberarsi al più presto del berlusconismo, un virus che rischia di infettare anche l'Europa, e riscrivere le regole del gioco, tirando fuori dal baratro un Paese in cui evasione e corruzione la fanno da padroni.
Nel mentre, è tuttavia necessario affacciarsi sin da subito allo scenario internazionale. La politica nazionale di un singolo Stato, per quanto improntata ai migliori propositi, non sembra più sufficiente a garantire equità sociale e sviluppo se non si mostra capace di rompere i ponti con un potere economico che tende a sfuggire di mano persino alle organizzazioni internazionali.

Come affrontare tutto questo? Innanzitutto, bisognerà interpretare al meglio le cause e le anime di questo movimento globale, che si presenta poliedrico sotto tutti gli aspetti, metodi, popoli, mezzi, fatti. A fronte di un comune e legittimo disagio, diverse sono le sensibilità politiche che lo compongono. Tra le idee comuni l'obiettivo di uno sviluppo globale fondato sull'economia verde, la sostenibilità ambientale e le energie rinnovabili, che inverta il processo di inquinamento e sfruttamento del pianeta. Ma sopratutto, l'idea di una politica che abbia come priorità l'interesse dei cittadini del mondo. Come?

Dalle ali più “estremiste” a quelle più “moderate” sappiamo bene che sono presenti coloro che rifiutano l'intero sistema e che brucerebbero le banche l'indomani, insieme a coloro che magari risultano più moderati solo perchè meno convinti. Le ragioni di ogni atteggiamento, che non sempre possono essere giustificazioni, vanno comprese; un conto è ciò che viene fatto, un conto è perchè viene fatto. Tuttavia, credo che la maggior parte del movimento sia determinata nel chiedere l'abolizione dei privilegi della classe politica, nuovi strumenti di partecipazione diretta dei cittadini, nuovi strumenti di trasparenza negli affari pubblici, una distribuzione del costo della crisi che coinvolga grandi patrimoni, banche e multinazionali e, sopratutto, la costruzione di organismi internazionali in grado di anteporre gli interessi delle comunità a quelli corporativi. In breve, non contro banche e multinazionali tout court, ma contro banche e multinazionali che diventano fini a se stesse e devono sopravvivere al di là delle crisi sulle spalle dei cittadini. Qualcuno obietterà che non c'è nulla da fare e che il sistema è questo, che le banche vivono della creazione del debito e che la politica è schiava.

Il mio parere è che abbiamo bisogno di ricondurre questo meccanismo sotto controllo, compreso quello della famosa “creazione della moneta”, che è ormai distante anni luce dall'economia reale. Per farlo occorreranno tempi molto lunghi, perchè si tratta di invertire un processo nato quasi un secolo fa, quando, non a caso, tra le due guerre mondiali, l'economia iniziò a prendere il sopravvento sulla politica. Dal un punto di vista nazionale, intendo delle nazioni, occorre puntare sulle risorse locali, sull'innovazione, sull'economia reale e sul rilancio del primario; mi viene in mente, nel concreto, l'economia fondata sulla canapa, una tecnologia accantonata negli anni '30 per forti interessi nell'ambito del settore petrolchimico, che potrebbe portare alla produzione di svariati prodotti, da surrogati della plastica a carburanti, da mangimi a medicinali. Da un punto di vista internazionale, abbiamo invece bisogno di un sistema politico mondiale molto più forte di quello attuale, che stabilisca delle nuove “regole del gioco”, anche per i mercati internazionali.

Un dato è certo, abbiamo un sistema produttivo che può e deve fare di più per il benessere globale, basta considerare la distribuzione mondiale di cibo, acqua e ricchezza. Ma non bisogna fare l'errore di pensare di poter eliminare tutte le infrastrutture intermedie, pubbliche o private, che gestiscono le attività produttive, perchè il non considerare l'importanza e la difficoltà della gestione e dell'organizzazione di risorse e produzione è il principale errore teorico-propositivo dell'estremismo di sinistra. E' invece una questione di limiti e di controllo. Da questo punto di vista, i nostri padri costituenti avevano visto bene:

“L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali” (art. 41).

E' impossibile immaginare ed attuare concretamente questo principio a livello globale?

Se un secolo fa il livello della tecnologia portava a pensare come fisiologica e necessaria una contrapposizione di classe, per una questione di limiti strutturali del sistema, abbiamo adesso un potenziale di produttività tale da poter effettivamente garantire un benessere diffuso, fermo restando che il benessere materiale va sempre associato alla libertà personale, elementi che non è detto sempre coincidano.

E' chiaro che possono sembrare discorsi al limite tra sogno e banalità, ma di fronte ad un movimento di carattere cosmopolita, è necessario che prendano avvio anche queste riflessioni, specialmente se pensiamo al fatto che questo movimento dovrà presto interloquire con i Paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, China), grandi potenze in espansione molto diverse tra loro che tendono a riprodurre i difetti di quel capitalismo attualmente sotto accusa e che non hanno ancora sviluppato una piena sensibilità per i diritti dell'uomo. Insomma, è un movimento che nasce e che mette in comune culture diverse, e che si proietta su uno scenario mondiale in cui America ed Europa, “l'occidente” stanno lentamente cedendo il passo al BRIC e alla riscossa dei Paesi arabi.

Un palcoscenico dove, politicamente, le vecchie ideologie sono pressochè scomparse, e a riempire la scena sono ormai le diverse forme di fondamentalismo religioso, di autoritarismo e di una cultura globale figlia dell'occidente che oscilla tra neoliberismo e cosmopolitismo solidale. Forse il mattone su cui costruire è proprio quest'ultimo. Ed essere presenti il 15 ottobre, nel proprio angolo del globo, ma con i grandi occhi e orecchi del terzo millennio, potrebbe essere un primo piccolo passo.



Rosario Coco
Resp. Naz. Scuola, Università e Cultura Giovani IDV
www.giovanidivalore.it

venerdì 2 settembre 2011

Ti condanno all'oblio e al silenzio; lo dice Avvenire

Da giovanidivalore.it 9-08-2010



















Fa bene Paola Concia a querelare Avvenire. Secondo loro un'unione omosessuale dovrebbe avvenire nel silenzio e nell'ombra e solo le unioni eterosessuali hanno diritto ad un riconoscimento pubblico, in quanto vi è una "fertile progettuallità". Sarebbero "ontologicamente" diverse. Insomma nascondetevi e soffrite, come al solito.

Cari barbari, perchè questo è l'epiteto per chi condanna alla sofferenza, potete certamente pensarla come volete, e noi ci batteremo fino alla morte per permettervi di farlo (Voltaire), ma visto che pretendete di imporre il vostro punto di vista, come sempre, provo ad entrare nel merito e a fornire qualche spunto di riflessione, che vada al di là del discorso politico.

Vi assicuro che la vostra "ontologia", semmai ne avessimo bisogno, questa scienza dell'essere che vi scomodate a disturbare e che ha avuto ben altro da dire in filosofia, è ampiamente superata. Ed era superata anche nell'età antica, prima di voi, dove sull'argomento parlavano uomini per fortuna molto più illuminati. Se la fertile progettualità è per voi solo la capacità procreativa, dal punto di vista meramente biologico, dovete semplicemente imparare cosa può generare la condivisione di sentimenti, idee e pensieri che possono sviluppare due persone nell'ambito di una relazione, sia nel privato che nel sociale, come era ampiamente chiaro al Platone che scriveva il Simposio e che usava in questo senso la parola "eros". Inoltre, pensate veramente che riconoscere pubblicamente l'amore omosessuale possa nuocere alle unioni eterosessuali?



Ma pensate davvero che adesso diventino tutti gay, lesbiche e trans oppure vi rifiutate di capire che li avete nascosti ed umiliati per secoli, specie dentro parrocchie e conventi? E' questo il problema delle "famiglie tradizionali" oppure è la politica dissennata che da 20 anni sostenete in maniera più o meno velata che le ha ridotte in ginocchio? o sarà forse l'idea che le persone dopo migliaia di anni possano finalmente essere consapevoli di se stesse, vivere la propria vita senza dogmi e condizionamenti di sorta, senza nessuno che si appropri della propria intimità per creare potere; forse è questo che vi spaventa? La società umana ha bisogno tanto della relazionalità eterosessuale quanto di quella omosessuale. Ridurre la progettualità e la fecondità alla mera riproduzione è qualcosa di degradante anche per le coppie eterosessuali, perchè serve molto altro per tirar su un figlio che la semplice procreazione. Anzi, visto che avete l'ossessione biblica di distinguere l'uomo dall'animale, domandatevi se forse non sia proprio in questo modo che si appiattisce la ricchezza delle capacità umane rispetto al mondo animale, anzichè discutendo in modo maniacale dei famigerati rapporti "contro natura".



In altre parole, fermo restando che ognuno fa quello che vuole, mi sembra molto grave il fatto che dovremmo essere superiori agli animali solo per una mera questione biologica che riguarda il presunto uso "corretto" dei genitali. Chi sono qui i materialisti? Con permesso, ma siamo stati creati a "immagine e somiglianza" di Dio per eseguire semplicemente le stesse funzioni riproduttive dei bovini o degli ovini? Per carità, nel paradiso terrestre c'erano solo Adamo ed Eva, un uomo e una donna, ma sbaglio o prima del peccato originale era tutto perfetto e non c'era bisogno neanche di procreare? Ironizzando, forse se Eva non avesse preso quella maledetta mela Dio avrebbe mandato qualcun altro, uomo o donna, magari per alleviare la noia, senza che ci fosse bisogno di "partorire con dolore".



Seriamente, abbiate pazienza, ontologia e natura sono due categorie che dovete aggiornare. Vi trovate anniluce distanti da una società che sta cambiando, o meglio, che si sta liberando di certe zavorre storiche, come ha spiegato più volte per il movimento LGBTI il presidente di Arcigay Paolo Patanè(http://www.youtube.com/watch?v=G2HnMVvjpxQ). Siete semplicemente dei vecchi e degli impostori, impostori di un messaggio, quello del vangelo cristiano, che se alle origini fosse stato simile ai vostri sermoni non sarebbe stato minimamente preso in considerazione; solo per questo, proprio perchè totalmente estraneo a voi, questo messaggio ha avuto un posto, nel bene e nel male, nella storia del mondo.



http://www.repubblica.it/politica/2011/08/07/news/avvenire_contro_il_mat...



Rosario Coco

Resp. nazionale Scuola, Università e Cultura Giovani IDV

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