sabato 8 maggio 2010

Casa Pound in piazza a Roma e la sinistra riesce a dividersi


Ci si può dividere a sinistra anche sull'antifascismo?
Pare di si. Il messaggio che hanno lanciato alcuni noti esponenti del centrosinistra politico e culturale, tra cui Paola Concia, Rita Bernardini e Piero Sansonetti, è proprio questo: “Casa Pound manifesta e la sinistra si divide”, come ha titolato Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2010/05/06/news/manifestazioni-ottobre-3864314/).
Venerdì 7 maggio a Roma Blocco Studentesco (studenti di Casa Pound) scendeva in piazza per il tanto atteso sit in
in sostegno dei candidati alle prossime elezioni del CNSU (Consiglio nazionale degli studenti universitari). Dopo diversi giorni di tensione, che hanno portato anche ad alcuni scontri, gli esponenti del “Blocco” hanno trovato un compromesso con la questura, che ne ha vietato il corteo consentendone invece la manifestazione statica.

La FGCI, che aveva già lanciato un appello per la non ammissibilità del “Blocco” alla tornata elettorale, sottoscritto da tutte le giovanili del centrosinistra, ha organizzato insieme a diverse associazioni una grande manifestazione di protesta in Piazza SS. Apostoli.
Ecco venir fuori, poco prima della manifestazione un articolo sul sito di “Blocco Studentesco” in cui si parla di “appello della sinistra”, http://www.bloccostudentesco.org/index.php?option=com_content&view=article&id=166:manifestare-e-un-diritto-anche-per-il-blocco-lappello-della-sinistra&catid=43:news&Itemid=75:
“Il diritto di manifestare liberamente e pacificamente è una pietra angolare della democrazia: deve essere difeso e garantito sempre, indipendentemente dal giudizio che si dà sui contenuti o sui promotori delle singole manifestazioni.
Pertanto riteniamo grave e ingiustificato l’aver vietato il corteo del Blocco studentesco del 7 maggio, nonostante la distanza che ci separa da quella organizzazione e chiediamo che quel divieto venga tempestivamente revocato”.

Corretto quanto astratto. Per quanto si possa pensare del Blocco, nessuno, in linea di principio, potrebbe impedirgli di manifestare, se solo non fosse una organizzazione palesemente ed esplicitamente fascista ((http://www.casapound.org/), per cui nessuno ha bisogno di verificare in piazza “saluti romani” o quant'altro. Si tratta di un problema di legalità, del rispetto dei principi costituzionali e della reale applicazione delle leggi “Scelba” e “Mancino”, ed è una delle questioni più annose del diritto italiano.

La libertà di espressione è tale solo se si rispetta un insieme di norme e principi fondamentali su cui sceglie di regolarsi una democrazia. Tra di essi, vi è appunto il valore dell'antifascismo.

Da un punto di vista politico e mediatico, tuttavia, è veramente incredibile il fatto che un centro sinistra, già politicamente allo sbando su idee, contenuti e identità, sia riuscito ad apparire diviso anche su questo tema. Cosa ancora più grave, si è offerto sul piatto d'argento un pretesto di legittimazione a gruppi che non aspettano altro e sono realmente pericolosi, specie nel mondo universitario, dove si costruisce, nel bene e nel male, la cultura e il senso civico. Non vedo altra ragione, se non il fatto di andar contro una certa sinistra definita “estrema”, che possa giustificare la presa di posizione dei firmatari dell'appello. In ogni caso, hanno perso una buona occasione per tacere.

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