venerdì 11 giugno 2010

Senato 10-06-2010 - NULLA DA DIRE - MEDITARE LA REAZIONE




Ieri in Senato si è consumato solo un inizio. Quel ddl è solo l'inizio. Hanno delle intenzioni molto precise.
Non è un revival del fascismo storico, è peggio. E' peggio perchè questi signori non hanno idee, se non il loro atavico istinto di sopravvivenza che si materializza ogni giorno in parlamento, impedendo di fatto ormai da anni qualcosa che possa chiamarsi dibattito politico. Il fascismo storico aveva un idea (pessima) di Stato, di potere, di nazione. Ogni scelta di questo governo non ha la minima lungimiranza; nessun provvedimento fascista sull'informazione avrebbe ridotto la magistratura in questo stato. Questa è la dittatura dei criminali e le loro "precise intenzioni" riguardano la creazione di una sorta di regime mediatico (di cui nemmeno loro sanno molto) fondato sulla paura e sulla mistificazione dei fatti, ma senza la minima idea di come sopravvivere nel lungo periodo (vedi conti pubblici).

Quanto ad una buona parte della nostra sinistra, forse bisognerebbe riflettere su tutte le volte che si è spesa troppa retorica fine a se stessa. Mi riferisco a quella sinistra tanto intransigente da essere fuori dal Parlamento. Quella sinistra che, pur avendo le sue buone e rispettabili ragioni per operare al di fuori delle Istituzioni, forse oggi sarebbe bene, per tutti, se avesse qualche europarlamentare e qualche sede di partito in più, da non chiudere per mancanza di fondi. Quella sinistra per la quale in Italia si ragiona sempre facendo appello ad una situazione viziata, allo "stato d'emergenza" e per la quale Berlusconi va contrastato solo politicamente.

Chiaramente, qualcuno avrebbe dovuto farlo molto tempo prima e non mi riferisco proprio ai più radicali.
Ma adesso bisogna rendersi conto che, piaccia o no, l'emergenza democratica c'è, chiara e più che mai concreta, che non dipende solo "dalla struttura intrinseca del capitalismo", ma dal fatto che l'opposizione, se va fatta sicuramente fuori dalle istituzioni, va intrapresa e vissuta anche e soprattutto all'interno.

Qualunque idea o fede politica si abbia, se non si difende la "casa comune", la Costituzione e la corrispondente "architettura Istituzionale" (così come l'ha chiamata pochi giorni fa Berlusconi dicendo che è un "inferno"), non si va da nessuna parte. Per certi versi, anche coloro che si manifestano contro il parlamentarismo, contro la rappresentanza, dai comunisti puri, ai trotzkisti, agli anarchici insomma: pensano di aver più voce nel Sultanato che ci stanno propinando o in uno Stato che, pur avendo i suoi limiti "strutturali", per dirla come loro, si sforza almeno nelle intenzioni di far rispettare la Costituzione?

E' necessario mettere da parte le varie forme di vanità, far si che le differenze siano il valore aggiunto di una forza più grande in grado di fare opposizione. Ogni aspetto è strettamente connesso. Bisogna far comprendere una volta per tutte agli italiani che tutto quello che sembra "moralismo" o "astrusa" politica riguarda direttamente il futuro più immediato, quello delle loro famiglie e dei loro figli. Che, ad esempio, per ogni magistrato che non potrà intercettare ci saranno centinaia di delinquenti in più pronti a speculare e lucrare sulla vita delle persone, vedi la clinica degli orrori o gli imprenditori intercettati nel caso del terremoto in Abbruzzo. Che per ogni volta che la giustizia viene negata, centinaia di persone e imprenditori onesti restano a casa, vedi lo scudo fiscale e l'evasione. Resistenza e disobbedienza civile. L'esempio dei senatori IDV che hanno occupato il Senato deve servire ad infondere coraggio e a rompere ogni indugio: dovranno passare sopra i cittadini onesti prima di riuscire a sfruttare ad uso e consumo un'intera nazione.

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