giovedì 20 giugno 2013

CONGRESSO IDV: UNA MOZIONE DA EVITARE, L'ALTERNATIVA C'E'


Insomma ci siamo, il congresso IDV sta arrivando. Al netto delle discussioni organizzative e burocratiche è giusto prima di tutto esprimersi, anche con dirompenza,  sui contenuti. Io credo che Matteo Castellarin , tra i fondatori del partito e promotore del movimento giovanile nel 2003, abbia le carte in regola per vincere questo congresso e guidare il partito, prima di tutto per il suo profilo, per la squadra che lo sostiene e per i contenuti che ha espresso nella mozione come nei numerosi articoli che ha pubblicato in questa campagna elettorale. Credo altresì che c'è un candidato, in particolare che non merita il voto degli iscritti IDV, ne tanto meno il posto che di Antonio di Pietrola mozione di Ignazio Messina rappresenta tutto quello di cui non abbiamo bisogno e che non possiamo permetterci. 

Per prima cosa, che senso e che dignità ha raccogliere le adesioni alla candidatura senza aver messo nero su bianco una mozione? Messina si vanta a proposito di aver costruito la mozione sulla base dei contributi che gli sono giunti dal territorio, tirando fuori il testo pochi giorni prima del termine per presentare la candidatura.  Fino ad ora i territori sono stati buoni solo quando c'era da raccogliere le firme, adesso diventano fondamentali per scrivere una mozione? 

E' assurdo presentarsi senza un'idea di partito e di politica in generale.  La mozione è un atto di trasparenza, correttezza e competenza, è la "carta di identità" del candidato e del percorso di idee dal quale proviene.  Con i territori va elaborato un programma di governo del partito e una condivisione costante delle scelte di lungo termine, che è ben altro. Un'attività di ascolto e approfondimento che parte oggi e si sviluppa, sopratutto, all'indomani del congresso.

Per il resto, con tutto il rispetto, nella parte introduttiva della mozione si percepisce un autocelebrarsi stanco e ripetitivo, oltre che a contenuti elementari e scontati. 

Non si capisce come dovremmo collocarci politicamente e, sopratutto CHI vogliamo rappresentare.  Come relazionarsi nel contesto dei movimenti che stanno interessando il centrosinistra, qualcosa che deve vederci protagonisti, non spettatori passivi? Si parla come se non si avesse cognizione del mutamento epocale in atto, discutendo ancora del grande ruolo giocato in Friuli, facendo finta che il centrosinistra come lo conoscevamo prima non esiste più e bisogna farne uno nuovo. Che la Serracchiani abbia vinto anche perchè volto relativamente nuovo, per il suo endorsment a Rodotà e per l'impresentabilità di Tondo? non ci si può dimenticare di questi elementi nell'analisi, pena il rimanere sulle nuvole o magari strizzare per sbaglio l'occhio alle larghe intese.

Andando oltre, si percepisce una disomogeneità generale e a volte contraddittoria, oltre ad un linguaggio decisamente approssimativo e a tratti imbarazzante. 
Sul lavoro, siamo d'accordo che l'occupazione si crea non solo sostenendo imprese e assunzioni ma anche stimolando la domanda, ma è possibile non menzionare il cuneo fiscale sul lavoro quando si parla di problemi dell'impresa? 

Imbarazzante anche la parte sui diritti civili. Se da un lato si dà una certa importanza ai diritti delle donne e alla parità di genere, scompaiono del tutto i diritti delle persone LGBT,  gay, lesbiche bisessuali e transgender. Si parla di unioni di fatto, un tema che riguarda l'estensione dei diritti di tutte le coppie e si dimentica il matrimonio egualitario e le adozioni, battaglie di laicità storiche del nostro partito che è stato il primo soggetto politico a sostenere con un intero gruppo parlamentare queste proposte. Questa è una mancanza abominevole, specialmente se si pensa di far parte dell'ALDE. 

Anche su questo punto, a proposito, non si capisce nulla. Come relazionarsi con le forze all'interno del''ALDE? in maniera piatta, critica sui temi economici, propositiva? non pervenuto. Ed è grave, visto che IDV è passata in questi anni dal voto favorevole in Europa a Fiscal compact  e MES al voto contrario in Italia. Il congresso dovrebbe dare delle risposte a tutto questo. 

Sull'Università e la Scuola tre righe stringate e incomplete. IDV ha portato in piazza la protesta contro la legge Aprea, sollevando il tema in commissione quando nessuno ne parlava. Su questo nullaSi ribadisce il no al concorsone, che ha già avuto luogo. Molto sensato. Invece l'Aprea, la privatizzazione di fatto della Scuola Statale, è stata fermata ma è sempre in agguato. Vogliamo ripristinare i fondi tagliati all'Università portandoli a livelli "decenti". Quale livello? bastava copincollare una qualsiasi dichiarazione del nostro Dipartimento Cultura per aggiungere "al livello della media OCSE". Per non parlare della grande proposta IDV di riforma dell'Università e della Scuola, il ruolo unico della docenza, il reclutamento e la trasparenza. 

Sull'organizzazione del partito la mozione assume la forma di un'accozzaglia di appunti. 

Da un lato dobbiamo essere snelli e moderni, dall'altro dobbiamo esaminare 110 proposte per lo statuto da ogni provincia e non si capisce che ruolo debba avere la community IDV, buona a sbandierare ogni tanto un pò di democrazia interna. 

I nuovi strumenti di comunicazione e interazione con gli iscritti attraverso la rete sono una cosa e sono preziosi, ma la partecipazione democratica mediata da un metodo deliberativo è un'altra. Su questo sta cadendo anche Grillo. E i nuovi sistemi basati sui software liquid feedback ne sono la dimostrazione. Ma di questo non c'è traccia. 


Si propongono, infine, varie cose, senza la minima organicità; ci si sarebbe certamente aspettato molto di più da chi ha organizzato il partito fino ad ora. D'altronde è amaro accorgersi che ci sono delle gaffe storiche ben più incredibili, come il fatto il tesseramento 2013 è ancora sottoposto a vincoli che limitano i diritti del tesserato verso i soci fondatori del partito (gli undici punti da rispettare ancora in bella vista sul modulo elettronico). Questa stortura, contraria allo Statuto modificato nel 2009, è frutto di un mancato aggiornamento di un semplice pdf, ed è qualcosa di improponibile in qualsiasi struttura democratica ed è naturalmente targata "vecchia gestione" o ufficio UNO che sia. Messina stesso in primis quindi. Insomma c'è da scegliere ci proseguirà il lavoro di AntonIntelligenti pauca e buon congresso a tutte e tutti!
io Di Pietro.

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