sabato 14 settembre 2013

QUEL MOSTRO DI TEORIA DEL GENDER CHE DISTRUGGERA' IL MONDO
















Signore e signori, le leve del fanatismo si aggiornano. E quindi, dopo essersi fatti qualche grassa risata, è giusto rispondere serenamente con qualche considerazione. Dopo la sparizione dalla legge anti omofobia di "orientamento sessuale" e "identità di genere" con buona complicità di chi la legge l'aveva promossa,  ecco comparire puntuali i convegni contro la nozione di gender, pericolo per l'umanità. 

La teoria del gender, o, più correttamente, gli studi di genere, è un insieme di studi che riguardano trasversalmente sessuologia, antropologia, sociologia, filosofia, nati da un'idea di fondo: non c'è un solo modo, naturale, di essere uomo e di essere donna. Ciascuno lo è in modo diverso, a seconda della propria personalità e del contesto sociale in cui si trova. Questo è il minimo comune denominatore, un'idea nata dal femminismo degli anni '60 e '70 e dal nascente movimento di liberazione omosessuale, che serviva all'epoca a scardinare la subalternità uomo-donna, intaccando il presunto fondamento naturale di quest'ultima. 

Da allora si sono susseguiti diversi filoni di pensiero, che hanno approfondito in diverse direzioni di pensiero il nucleo iniziale. L'idea che il "maschile" e il "femminile" siano concetti socialmente e culturalmente determinati e siano cosa differente dal sesso biologico di partenza è ormai acquisita dai trattati internazionali sui diritti umani. Basti vedere la definizione di "genere" della Convenzione di Istambul, (art. 3) per cui:

con il termine “genere” ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini;

Dagli studi di genere deriva il concetto di identità di genere, che il modo in cui il singolo si percepisce più o meno vicino ad un determinato genere, socialmente determinato, anche non corrispondente al sesso biologico. Il modo in cui il soggetto manifesta socialmente la propria identità di genere è definito ruolo di genere, due aspetti direttamente connessi. 

L'antropologia da qui un contributo prezioso: vi sono società dove le donne svolgono determinate mansioni e compiti che in altre realtà sono svolte dagli uomini. Storicamente, nelle società matriarcali le donne avevano funzioni che appaiono impensabili nel mondo antico. 

L'errore più comune è pensare che il concetto di identità di genere sia una sorta di "potenziamento" o "degenerazione" di "orientamento sessuale" (cosa differente), oppure che riguardi solo le persone transgender e transessuali.

Così come tutti hanno un proprio orientamento sessuale, tutti hanno la propria identità di genere: si tratta semplicemente di un modo nuovo di intendere un aspetto universale della personalità umana, per cui l'orientamento sessuale e l'identità di genere si aggiungono al sesso biologico. 

Qualcuno pensa che questa teoria voglia distruggere le differenze uomo-donna, "omosessualizzare" la popolazione mondiale, scardinare la famiglia tradizionale. E' curioso che istituzioni formate da soli maschi e che professano la castità pretendano di difendere e pontificare su qualcosa che non conoscono. 

Gli studi di genere non hanno l'obiettivo di cancellare un bel niente, bensì sono finalizzati a far emergere tutte le sfumature della personalità umana rimaste finora invisibili. E' cosi che sono stati coniati numerosi neologismi  che individuano una molteplicità di identità di genere.

E' proprio questa la chiave: al di là delle nuove terminologie, delle sigle e delle etichette, quello che viene fuori dagli studi di genere è una rivoluzione copernicana delle relazioni umane, per cui al centro non c'è più l'idea granitica di due generi universalmente e naturalmente determinati e, di conseguenza, un solo orientamento sessuale, bensì al contrario due aspetti plurali e poliedrici come l'orientamento sessuale e l'identità di genere, fatti di molteplici sfumature, in cui la stessa eterosessualità viene ricompresa come un elemento determinante e connessa in modo diverso con gli altri aspetti. 

Esistono, diversi livelli di bisessualità, per cui tantissimi eterosessuali hanno anche esperienze omo e viceversa, per limitarci al campo delle sfumature di orientamento sessuale. Passando invece agli aspetti dell'identità di genere, esistono uomini eterosessuali con dei caratteri di genere evidentemente femminili, stando a determinati  parametri sociali. Ugualmente per le donne. Esistono omosessuali assolutamente "maschili" e virili o lesbiche del tutto "femminili". E viceversa per entrambi. Ancora di più, le combinazioni sono molteplici perchè la corrispondenza che si potrebbe immaginare tra l'apparente mascolinità e femminilità e il ruolo sessuale è solo un luogo comune. Andando oltre, esistono persone che possiedono alcuni  caratteri del genere opposto al proprio sesso (modo di vestire, comportamenti, ruolo) senza però identificarsi pienamente in quel genere (androgino, bigender, intergender,). Esistono persone che hanno invece dei caratteri biologici particolari, come la sovrapposizioni di caratteri sessuali primari e secondari di entrambi i sessi, gli intersessuati, i quali tuttavia spesso non procedono ad alcuna riassegnazione del sesso come in invece avviene per le presone transessuali. Infine, ed è il tratto che più sconvolge la tradizione, c'è chi si percepisce come appartenente al genere opposto, tuttavia non ritiene necessario procedere alla riassegnazione del sesso biologico. "Le" e rispettivamente "I" transgender. 

Parentesi. Per comprendere la violenta propaganda integralista è necessario ricordare che c'è un elemento di fondo che da più fastidio ad una certa cultura, ancor più dell'omosessualità e del transgenderismo: è l'idea della libertà sessuale. Comprendere le differenze delle persone significa dare peso e valore alla loro vita sessuale. Questo disturba chi sui concetti di colpa e peccato, nonchè sulla repressione della personalità, ha costruito secoli di consenso. 

In poche parole, non ci saranno più gay o lesbiche e transgender con la diffusione degli studi di genere: avremo semplicemente uno strumento migliore per comprendere quello che già c'è, un pò come i vari modelli della fisica hanno sempre  riabbracciato e rispiegato da un ottica più ampia i fenomeni dei modelli precedenti, riuscendo a spiegare anche quelli nuovi. 



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