mercoledì 20 luglio 2011

Legge contro l'omofobia, il nostro Paese spinto indietro nella storia


La legge sull'omofobia che verrà discussa oggi pomeriggio alla camera, è un fondamentale tassello di civiltà che manca al nostro Paese e che ci separa sempre di più dal resto del mondo. L'ostruzionismo è stato a dir poco vergognoso, specie nell'ultimo periodo, con oltre due mesi di rinvii volti a far slittare la questione in un periodo quanto più “estivo” e lontano dalla grande manifestazione dell'Europride di Roma. Oltre a tutto questo, si registra il tentativo meschino di affossare il testo con delle pregiudiziali di incostituzionalità, quando invece si tratta di una legge che non fa altro che difendere e attuare pienamente l'art. 2 della Costituzione, per cui ogni individuo ha il diritto inviolabile prima di tutto ad esercitare la propria personalità, sia come singolo che nelle formazioni sociali. La legge contro l'omofobia è un atto di civiltà che apre per milioni di persone la possibilità di essere semplicemente se stesse, alla luce del sole, senza il rischio di essere discriminate e subire violenze, come purtroppo sempre più spesso accade. Ma si tratta di un provvedimento che ha un ulteriore significato, quello di rispondere ad una consapevolezza che si sta ormai diffondendo a livello mondiale e che stenta ad essere recepita nel nostro Paese. La tradizione dei diritti umani, fiorita durante la grande stagione dell'illuminismo, è andata incontro negli ultimi due secoli ad un processo di attualizzazione e integrazione. Nel primo caso si tratta di un lento passaggio dalla teoria alla prassi, un processo purtroppo ancora in corso, se pensiamo a quanti individui nel mondo vedono ancora negati i propri diritti. Nel secondo caso, si tratta invece di un processo di approfondimento di questi diritti, l'individuazione di quelle caratteristiche attraverso le quali avviene il “pieno sviluppo della persona umana”, come si esprime la nostra costituzione all'art. 3. Un grande passaggio storico, in merito, è stata l'emancipazione della figura femminile, che ha segnato nella storia umana un fatto epocale senza precedenti, in concomitanza con il suffragio universale. Da alcuni decenni a questa parte il mondo si trova di fronte ad una grande riflessione culturale, che possiamo paragonare per portata storica proprio al riscatto delle donne: la conquista di dignità e rispetto da parte della comunità LGBTI. Si tratta di un elemento che ha un valore enorme, in quanto attualizza e allo stesso tempo arricchisce, nel senso che si diceva prima, la cultura dei diritti umani e la tradizione politica del mondo occidentale e non solo. La dignità delle persone LGBTI passa innanzitutto per la tutela giuridica, specie nel contesto di un'ondata di neoconservatorismo che sta investendo il nostro Paese e che sta dando vita ad episodi sempre più preoccupanti. L'Italia è rimasta di gran lunga indietro su questo tema, in preda ad una retorica e ad una ideologia clericale volta solo a creare un consenso di ignoranza e pregiudizio. Rischiamo, inoltre, di retrocedere sempre più nella capacità di garantire la sicurezza e la serenità dei nostri cittadini. I Giovani IDV si batteranno come sempre affinchè il Governo italiano possa al più presto emanare non solo questo genere di provvedimento, ma riconoscere al più presto la pari dignità giuridica e sociale alle persone LGBTI. E' una questione elementare di civiltà.

Rosario Coco
Resp. Nazionale Scuola, Università e Cultura Giovani IDV

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