sabato 16 marzo 2013

IL MITO DEL "RIDUCIAMO IL DEBITO". DI CHI? QUALE? PERCHE'?


















Il Giappone ha un rapporto debito/Pil del 236% e un deficit/Pil al 10%, parametri vicini a quelli della Grecia, secondo il mantra che ascoltiamo ogni giorno dovrebbe essere un cadavere. Tuttavia ha un tasso di disoccupazione del solo 4,5%, l'interesse sui suoi titoli di stato è del 1%, quindi se fosse in europa lo spread gli farebbe un baffo, ed è la terza ECONOMIA MONDIALE.  L'Italia viaggia su un rapporto debito/Pil del 127%, e un deficit del 3,9%, ma ha una disoccupazione altissima del 12% (37% quella giovanile), e un PIL in calo ormai progressivo (ultimo rapporto ISTAT)

Più in generale, i trattati europei raccomanderebbero di mantenere il rapporto debito/PIL al 60% e il deficit al 3%. Parametri che neanche la Germania riesce a rispettare. Intanto, con questa ricetta, la disoccupazione nell'eurozona tocca l'11%.

Perché rispetto alla Grecia, o a un qualunque Paese dell'Eurozona, il Giappone spende molto di più, annuncia nuove misure di spesa ed ha un'economia florida? la risposta sta in due armi fondamentali in più da giocare: la possibilità di stampare moneta della Bank of Japan e la protezione del debito pubblico da parte dei cittadini e degli investitori interni che ne detengono la quasi totalità.



Il punto fondamentale quindi, in una economia non è a QUANTO ammonta il debito, ma CHI lo detiene e che tipo di debito è. Inoltre, per comprendere se il debito rimarrà sostenibile e potremmo dire, "di qualità", altro indice fondamentale è il tasso di occupazione, fondamentale per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico. Per poter spendere bisogna chiaramente avere la possibilità di stampare moneta e quindi avere una banca che risponde a logiche politiche. Il sistema euro non fa altro, in sostanza,  che far uscire i capitali dal nostro Paese e aumentando la quota di debito detenuta da investitori stranieri e grandi speculatori. 

Dietro questi presupposti, si stagliano tutti i problemi legati alla peculiarità del nostro sistema economico, la mancanza di concorrenza, determinati mercati chiusi, la pressione fiscale alle stelle (44%) sul lavoro e sull'impresa, un'evasione da 180 miliardi l'anno (il PIL si agira sui 1500 miliardi), i 64 miliardi di corruzione, una pubblica amministrazione inefficente e potremmo continuare per molto anche sulle singole voci di bilancio, citando gli investimenti faraonici in opere come la TAV e e quelli miseri in istruzione e ricerca.  Insomma la coperta è corta e noi per di più la gestiamo malissimo quasi piegandola.   

Se, tuttavia, non risolviamo le questioni di fondo, ovvero CHI stampa moneta e quale governo, europeo (da costruire) o italiano abbia il compito di guidare l'economia, difficilmente saremo in grado di contrastare la disoccupazione e bloccare 1) fuga di capitali e 2) la recessione dell'economia reale a tutti i livelli. 

Da questo punto di vista, le politiche di austerity non sono altro che una riduzione del debito attraverso altro debito. Nel caso del Giappone, il debito è l'utile (e il risparmio) del cittadino privato. Nel caso dell'Italia il debito è aumento di tasse e diminuzione di servizi e finisce nel buco nero della speculazione internazionale.

1 commento:

  1. L'Italia deve uscire dall'euro ed avere la propria sovranita' per stampare moneta. L'egemonia tedesca deve finire oppure l'Europa diventera' un dinosauro nell'ambito economico e finanziario come un' esperimento "scientifico" da scuola media. L'Eurozona e' un'invenzione dell'economista francese Perroux, simpatizante del nazismo, per avanzare l'economia franco-tedesca e distruggere il Sud. Fuori dall'euro e subito!

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