lunedì 1 luglio 2013

IDV: LA VITTORIA DEGLI IGNAVI E IL DRAMMA DELLA POLITICA



















 Un giudizio quanto più obiettivo e chiaro sul congresso . 
Sin da subito, rivendico il diritto di potermi riconoscere sempre e comunque in IDV e nella sua storia, ma di non avere politicamente fiducia nel nuovo segretario. Si chiama opposizione intelligente, qualcosa a cui la politica italiana è poco abituata. Nelle prossime settimane vedremo se ci saranno le condizioni per poterla esercitare, non a seconda di incarichi e compromessi, ma seconda dell'impostazione che verrà data nelle prime settimane al partito. Non voglio parlare di tessere false, presunte irregolarità e quant'altro, perchè non credo siano questi episodi, pur verificatisi, che hanon determinato l'esito congressuale che ha visto prevalere la mozione di Ignazio Messina.
Il tema vero, a mio avviso, non è la tessera "falsa" ma la tessera disinteressata, la tessera "ignava" come la definirei. In meno di un mese, dal 12 al 27 maggio gli iscritti IDV sono più che quatruplicati, in un momento di grave difficoltà per il partito in cui nessuno se lo sarebbe mai aspettato. 
Il modello che ha prevalso è palesemente quello della tessera occasionale, dell'amico, del parente, della clientela personale, tutte adesioni che non possono essere definite propriamente false, perchè rispondono a delle persone e rientrano per lo più in meccanismi leciti,  ma che producono un voto non rappresentativo, palesemente   del partito vero, di quel partito attivo sui territori, che prende parte alle riunioni, che si muove; in questo senso, adesioni ignave.
Questo modello non voglio neanche imputarlo direttamente a Messina, bensì a molte delle persone che lo sostengono sui territori. E' possibile passare da 3000 a 14000 tessere in un mese ed essere in mediamente 20-30  persone ai confronti politici tra i candidati,  o avere città dove si hanno più tessere che voti rispetto alle ultime amministrative?
Ma ecco la domanda cruciale: è normale che l'affluenza si fermi solamente poco al di soprattutto del 50% di questi 14000? Ignavi forse é dir poco. La risposta è chiaramente no. Si tratta di un problema che riguarda l'intera politica italiana, ovvero la connessione tra il cittadino, la politica e la forma partito, un rapporto che si é ormai snaturato e deteriorato. Io credo che la sfida di chi ha sostenuto la mozione Rinaldi e le mozioni in essa confluite, Castellarin, Borghesi e Scalera, debba essere quella di ristabilire il senso della partecipazione politica, ricominciando a creare un'egemonia di adesioni fondata sulla convinzione e la prospettiva politica e non sull'occasione.
Dove mettere in pratica tutto questo? Personalmente, credo che mi prenderò un periodo di riflessione, vorrei condividere e maturare le mie decisioni con le persone con le quali ho vissuto quest'avventura. 


1 commento:

  1. Da ex iscritto Idv, l'elezione di Ignazio Messina conferma la mia scelta di abbandonare questo partito. Tesseramenti "fiume" negli ultimi giorni utili prima dello svolgimento del Congresso che hanno portato a cifre non raggiunte nemmeno nelle recenti amministrative ed altri "comportamenti" quantomeno sospetti in alcuni seggi, mi fanno ritenere che oramai non esista più quello che veniva definito come il partito della legalità. A ciò si aggiunga (ove già non bastasse) ed a titolo d'esempio che il garante congressuale di Messina, l'eurodeputato Giommaria Uggias è a giudizio con l'accusa di peculato per aver, secondo l'accusa, utilizzato a titolo personale i fondi che, all'epoca in cui era consigliere regionale in Sardegna, venivano destinati ai gruppi consiliari.
    Ignazio Messina inoltre era uno di coloro che, quando furono avvertiti dei vari scandali che si stavano assommando nelle varie regioni rispetto agli eletti idv, fece spallucce.
    Confermo quindi che l'idv è, sostanzialmente, defunta!!

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