venerdì 12 marzo 2010

Domani, per la vera libertà

Volevo condividere con voi alcune righe. Purtroppo domani vorrei essere con tutti voi a Roma, ma, per via degli impegni degli ultimi giorni e per qualche problema di salute, non sono davvero in condizione. Ho deciso di impegnarmi in Italia dei Valori perchè queste persone che ci governano devo essere spedite a casa e consegnate alla giustizia. Ma anche perchè ho capito che il nostro futuro, la democrazia e la cosa pubblica, hanno estremo bisogno di cittadini responsabili che se ne prendano cura. A partire dal voto, fino all'impegno politico. Ognuno di noi, ciascuno nella sua misura, ha sulle spalle un impegno, per il solo fatto che la nostra Costituzione lo rende cittadino alla nascita: la responsabilità di conoscere, scegliere, scendere in campo. Ogni cittadino è un pezzo della nostra Repubblica. Ogni cittadino indifferente è una parte della nostra Repubblica che muore. Spero davvero che domani lo sdegno e il dissenso di tutte le forze che scenderanno in campo si condensino in un aria nuova, capace di far capire agli italiani, tutti, che è possibile davvero prendere in mano il proprio destino, che non porta a nulla voltarsi dall'altra parte, che non è vero che le cose non possano cambiare. Che le regole e la giustizia sono l'unico vero baluardo contro ogni sopruso. Perchè tutti noi siamo il precario che non può progettare un futuro, tutti noi siamo il lavoratore FIAT licenziato, tutti noi siamo Stefano Cucchi, tutti noi siamo i genitori con il figlio in una prima elementare di 40 alunni e che non lo affiderà mai a CL, tutti noi siamo chi è ignorato dallo Stato per il proprio orientamento sessuale, tutti noi siamo coloro che hanno sentito sghignazzare gli imprenditori sul sangue dell'Aquila, tutti noi siamo coloro ai quali gli appalti mafiosi, la protezione civile, il ponte sullo stretto, le opere inutili, lo scudo fiscale, hanno sottratto il denaro degli stipendi onesti e delle buste paga senza trucchi. Perchè tutti noi siamo coloro che pensano un giorno o l'altro di rimediare all'estero.
No. Io non mi arrendo. E so che siamo tutti NOI a non arrenderci. Questo paese deve dare speranza ai suoi figli. Perchè l'Italia, per la sua storia e per il suo passato, non merita che una banda di delinquenti calpesti secoli di diritto, di cultura e di civiltà, per imporci una subdola e strisciante legge del più forte, che in questo caso è anche del più vigliacco.
Dopo l'ultima settimana, dopo che è ormai alla luce come media, magistrati e procedure di ogni tipo siano a suo uso e consumo, abbia questo governo il coraggio di dire che la parola libertà la disprezza, la odia, la infanga. La stupra.
Abbia il coraggio di dire che si sente legittimato ad assumere pieni poteri.
Abbiano tutti loro il coraggio di dire che sono i migliori, che il loro interessi sono il problema principale del Paese e che a noi poveri mortali toccano solo le briciole consunte della dignità che stanno divorando.
Hanno di fatto sostituito il governo degli uomini al governo della legge, cioè al governo secondo la nostra legge fondamentale, la Costituzione. Come dice Rodotà, questo è Platone e non Stalin. Adesso abbiano il coraggio di dirci che siamo i nuovi servi di quella gleba postmoderna fatta di traffici, affari, mafie, televisioni e appalti.
Abbiano pure il coraggio di dirci questo.
Sono sicuro che troveranno un popolo, quello di domani, pronto a costruire, pronto ad unirsi, pronto alla lotta, pronto ad urlare in faccia la vera libertà agli usurpatori della nostra Italia nata dalla RESISTENZA!!!

La lezione di Rodatà ad Alfano in merito alla "legge degli uomini e al governo della legge", nello specifico sul caso Englaro.

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