sabato 20 marzo 2010

Restar fermi regredendo. L'amore secondo un mondo “tarocco” che distrugge la memoria, il presente e il futuro.

Forse costituisce una novità il giuramento dei candidati, il patto, la missione. La conferma ufficiale che dopo la parola libertà si punta e distruggere definitivamente la parola amore, stampandola a lettere tanto cubitali quanto fuori luogo. Si punta ormai verso una sorta di culto, enorme per dimensioni, da parodia di Vanna Marchi per contenuti.




Il festino campale di sabato 20 Marzo in Piazza San Giovanni offre, a conti fatti, pochi spunti di riflessione, ma è doveroso, nonostante non sia facile, mantenere la capacità di pensare e di recepire. La notizia è che il Premier scende in piazza con il suo partito per le regionali. Se dovessimo considerare modi, toni e argomenti in teoria sarebbe tutto vecchio. Cambia solo il progressivo disinibirsi di questi uomini, non solo di Berlusconi. La manifestazione era organizzata esplicitamente per denunciare un pericolo per la democrazia e per attaccare la magistratura. Per un contrattacco. Ecco forse questa è l'unica novità. Ma è una differenza di grado, seppur rilevante in quanto unicum ormai al mondo.
Contro i Pm, contro la sinistra stalinista, contro l'informazione nemica, contro i detrattori della libertà. Un film già visto, questa volta però è stato realmente l'unico punto all'ordine del giorno e anche quel politicame che restava è praticamente scomparso. Un passo ovvio, coinvolgere le masse “ipnoticamente” nel proprio delirio.

La cosa che lascia più amarezza tra le tante, è tuttavia un fatto: siamo un Paese totalmente bloccato. E riusciamo, nel nostro essere fermi, a regredire allo stesso tempo. Mi spiego.
E' ormai da anni che vediamo sempre meno argomenti realmente politici come oggetto di discussione nei dibattiti pubblici e nelle piazze. Questa disastrosa campagna elettorale è stata la riprova che siamo ormai di fronte a meri rapporti di forza. La devastante situazione morale e politico-giudiziaria della casta ha ormai monopolizzato e assorbito l'opinione pubblica e la cultura politica. In diversi sensi. E' giusto, nonché sacrosanto, che chi si renda conto delle nefandezze di certi personaggi lo gridi a gran voce. Se poi qualcuno ha da ridire sul fatto che ci sono altri argomenti che interessano il Paese proseguendo con la nota melodia, sia cortese: semplicemente taccia, oppure si preoccupi di non scambiare chi ha appiccato il fuoco con chi cerca di spegnerlo, informandosi, in secondo luogo, se davvero chi si indigna e si oppone non abbia un'alternativa, come tendono a far pensare certi tg e certi presidenti che fanno interrompere i talk show.

Ma la cosa più grave consiste nel fatto che coloro che non si rendono conto di queste nefandezze sono ormai in una situazione di regresso quasi antropologico. E' da 15 anni che nel centrodestra si parla di comunisti e di stalinismo quando il mondo cambia e velocità siderale. Le nuove generazioni che guardano a questo governo si trovano di fronte un set di parole vuote che ormai usano senza averne minimamente coscienza. Libertà, democrazia, sovranità popolare, elezione dal basso. Certe persone hanno ormai un idea fissa dell'avversario politico come nemico in sè. Non hanno più idea di cosa sia una proposta politica, di cosa voglia dire informarsi su un problema concreto, l'acqua, l'energia. Basta ascoltare i ragazzi che reggevano i cartelloni dei tarocchi-caricatura. Rispondono in modo agghiacciante alle domande dei giornalisti, per la totale incoscienza delle parole che usano, dei contesti che chiamano in causa. Questi dovrebbero essere i nuovi piccoli politici. E' un partito che distrugge se stesso oltre che il Paese. Una ragazza dice che la Bonino rappresenta la morte perchè lei vota “altre cose” e quindi non rappresenta il suo futuro. Totalmente assente il concetto di competizione elettorale, elezione, democrazia. Una cultura da plebiscito medievale con tanto di influenze macabro-stregonesche. L'altro ragazzo sfodera invece la perla della “cultura della morte”, ricordando forse confusamente i deliri di Silvio sul caso Englaro. Tra le tante domande possibili, per fortuna sua il giornalista non sceglie di chiedere cosa sia questa profonda dottrina.
Di Pietro sta sempre a inseguire le manette quindi è matto. Cercasi altri argomenti, ma nulla da fare.



Lo sgomento di fronte a tutto questo raggiunge l'apice di fronte al tarocco di Borsellino. Premesso che è già sufficiente per provare la più sofferta e lacerante delle indignazioni, vedere semplicemente il volto di Borsellino in un contesto simile sfoggiato accanto al nome di Berlusconi. Tuttavia, la sua rappresentazione, nei panni di un tarocco, rende queste sensazioni ancora più insostenibili. Nel video di Repubblica i ragazzi che lo trasportano non vengono intervistati. Non è chiaro se il “giudizio”, se così si può chiamare, sul tarocco in sé fosse negativo o positivo da parte dei manifestanti. Qualche tarocco aveva significato positivo, come quello di Bertolaso. Ciò non toglie il carattere di assoluta vergogna dell'episodio, sul quale dovrebbe essere sollevata quantomeno un'interrogazione parlamentare e dovrebbe pronunciarsi anche il Quirinale. Ma anche solo a pensare che questi ragazzi spendano come figure “positive” Bertolaso e Borsellino sullo stesso piano, quello di “tarocchi d'Italia”, sembra quasi di tuffarsi in un baratro infinito alla ricerca del classico fondo di quel classico peggio che non ha mai fine. L'unico motivo per uscire ancora di casa in questo Paese, è sapere che tanti italiani, che non fanno quel frastuono ma sono numerosissimi, non sono così, non dimenticano i loro veri eroi, non dimenticano la propria Storia e ne vanno
fieri.

Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Lettori fissi