giovedì 26 maggio 2011

Proposta aumento tasse: una sberla a tradimento agli studenti













Il Governo si avvia al tramonto, un tramonto lento quanto lacerante. Mentre infuria la battaglia per il referendum e i temi che riguardano Scuola e Università sembrano passare in secondo piano, ecco che assistiamo ad un teatrino a dir poco deprimente. Da un lato, la Gelmini, che sponsorizza attraverso il ministero le “Navi della legalità” per l'anniversario di Falcone, imbarcando decine di studenti alla volta di Palermo, quando invece ha distrutto l'unico vero strumento di educazione contro la mafia, la Scuola stessa, trattando docenti e precari come ingombranti numeri da incasellare ed escludendo i neoabilitati dalle graduatorie. Dall'altro, proprio mentre infuria la battaglia per le commissioni statuto dei vari Atenei, che si trovano ad applicare la legge Gelmini, arriva una sberla che non ti aspetti, proprio da una pattuglia di senatori dell'opposizione, che mesi fa avevano votato contro il ddl Gelmini. Il 18 maggio, i senatori Ichino, Ceccanti, D’Alia, Germontani, Leddi, Ignazio Marino, Morando, Poli Bortone, Nicola Rossi, Rusconi, Rutelli, Tonini, Treu, Valditara, hanno presentato un’interrogazione parlamentare in cui, per “ridare fiato” agli Atenei, si propone un'interpretazione dell’articolo 4 della legge 240, relativo al fondo per il merito, in modo da favorire una sperimentazione nostrana del nuovo sistema britannico di contribuzione studentesca, che significherebbe portare le tasse universitarie a circa 9000 € annui. Come giovani IDV, come studenti e sopratutto come cittadini di buon senso e orgogliosi di quell'articolo 34 della Costituzione che garantisce i “capaci e privi di mezzi”, riteniamo incomprensibile una proposta del genere, che scarica il peso delle scelte e dei tagli del Governo sulle spalle di studenti e famiglie, specie in un momento in cui l'ISTAT ci dice che un italiano su quattro sta sperimentando la povertà. La nostra proposta di Università, che stiamo costruendo insieme al dipartimento Cultura e alle associazioni si pone in una direzione opposta alla legge Gelmini, andando oltre questo clima da basso, anzi bassissimo, impero che ormai avvolge qualunque discussione politica italiana. I fondi per la cultura e la formazione devono essere ricavati dalla lotta serrata all'evasione fiscale, dalla lotta agli sprechi, dall'eliminazione delle spese inutili e, sopratutto, da una revisione complessiva delle priorità di investimento del Paese.

Rosario Coco
Resp. Nazionale Scuola e Università Giovani IDV

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