Che il sistema della formazione in Italia debba scardinare le proprie caste è un dato di fatto; tuttavia, la miopia programmatica e la scarsità di risorse favoriscono proprio quei "baroni" che la Gelmini voleva combattere, a fronte di un investimento pubblico che ci vede ultimi in tutte le classifiche internazionali. Profumo ci ha regalato, solo per citare qualche esempio, la contestatissima proroga dei rettori, una bando PRIN mai così blindato per i piccoli gruppi di ricerca, un sistema di valutazione sgangherato che produrrà una marea di ricorsi, un decreto sul diritto allo studio che interromperà di fatto il percorso di tantissimi studenti che quest'anno resteranno in 3 su 10 senza borsa di studio pur avendone diritto e in molti casi non avranno nemmeno il posto alloggio. A tal proposito è utile pubblicare il testo del Question Time, in modo da fotografare la situazione e ricavare un promemoria per le elezioni di febbraio.
Al
ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, al
ministro dell'Economia e delle Finanze:
premesso
che:
la
copertura delle borse di studio nell'anno accademico 2010/11 è stata
del 74% degli studenti aventi aventi diritto (a fronte dell'84% del
2009/10) con un fondo statale di 96 milioni di euro ed una cifra che
ha raggiunto complessivamente i 430 milioni considerando tasse
regionali per il diritto allo studio e ulteriori contributi regionale
(fonte: MIUR)
uno
studente su quattro, in tutto 45.000 ragazzi, pertanto, è rimasto
idoneo non beneficiario, situazione che ci vede come caso unico nei
Paesi OCSE e che rispecchia fedelmente la nostra posizione di coda in
tutte le classifiche che riguardano il diritto allo studio pubblicate
nell'ultimo rapporto OCSE 2012 (Education
at a Glance 2012: OECD Indicators), che non risente ancora, per
altro, dei effetti dei tagli successivi al 2010;
i
dati sulla copertura relativi all'anno 2011/2012 sono ancora in fase
di elaborazione da parte dei singoli enti regionali, ma la copertura
si annuncia inevitabilmente inferiore, se consideriamo che le regioni
sono nettamente in difficoltà e che la quota statale ammonta a circa
98 milioni e il costo della copertura totale stimata sugli idonei
dell'anno 2009/2010 e di circa 590 milioni;
lo
stanziamento del fondo statale per l'anno accademico 2012/13 è di
165 milioni ai quali si aggiungeranno le entrate della tassa
regionale sul diritto allo studio stimate in 250 milioni, per via del
raddoppiamento della stessa disposto nel decreto legislativo 68/2012;
il
fondo integrativo statale 2012/2013 non è stato anticipato
parzialmente anticipato come avvenuto gli altri anni, per cui le
prime graduatorie degli idonei come quella della regione Lazio
presentano una copertura inferiore al 40%;
allo
stesso tempo, le disposizioni del decreto legislativo 68/2012
dispongono esplicitamente che la copertura finanziaria delle borse
avviene “nei limiti delle risorse disponibili” (art. 7, comma 1),
senza disporre efficaci misure e strutture di monitoraggio a livello
nazionale adeguatamente finanziate;
considerato
inoltre che:
lo
stesso decreto dispone inoltre l'eliminazione dell'obbligo di dare
priorità agli idonei fuori sede nelle graduatorie dei posti letto,
consentendo l'assegnazione programmata di posti alloggio a prezzi di
mercato a prescindere dalle esigenze degli studenti aventi diritto;
anche
a seguito di tale disposizione, le aziende per il diritto allo studio
in tutta Italia si trovano nella condizione di sottofinanziamento e
tendono inevitabilmente a mettere sul mercato i posti alloggio;
a
conferma di ciò, l'azienda per il diritto allo studio laziodisu
nonostante disponesse per il bando 2012/2013 di 155 posti in meno
rispetto all'anno precedente e di altri 110 posti “disponibili
entro il primo trimestre 2013” ha disposto con la delibera del 11
luglio 2012 un mandato per il Direttore Generale finalizzato a
regolamentare l'assegnazione di posti alloggio a prezzi di mercato,
nel numero, dichiarano gli studenti, di 208;
tale
provvedimenti, denunciano gli studenti, hanno determinato il fatto
che su circa 4000 domande per i posti letto, 1200 studenti
risultassero idonei ma tuttavia non beneficiari dell'alloggio,
situazione solo parzialmente migliorato dopo lo sblocco dei posti
letto inizialmente destinati all'assegnazione a pagamento a seguito
delle manifestazioni degli studenti;
considerato
infine che:
si
tratta di una situazione dovuta all'insostenibile peso che è stato
scaricato negli ultimi anni sulle regioni per implementare la
copertura delle borse di studio, specialmente durante le annate
2010/2011 e, ancor di più 2011/2012, onere che impedisce alle
regioni di esercitare al meglio le loro competenze dirette, ovvero la
manutenzione e il miglioramento delle strutture universitarie;
altra
causa è l'inefficacia della legge 338/2000, che predispone il
cofinanziamento della realizzazione e della ristrutturazione delle
residenze universitarie con procedure eccessivamente lunghe, assenza
di monitoraggio, e bandi che presuppongono la disponibilità della
regione a finanziare il 50% del progetto;
il
decreto legislativo 68/2012 presuppone l'emanazione di un ulteriore
decreto ministeriale che definisca e quantifichi economicamente i
LEP;
per
sapere:
se
il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca intenda
nel decreto previsto ristabilire la priorità degli idonei fuori sede
nelle graduatorie per i posti letto;
come
i ministri intendano risolvere definitivamente la questione della
copertura finanziaria, tenendo conto che il carico contributivo
complessivo sugli studenti non sono non può aumentare ma deve
necessariamente diminuire nei prossimi anni nell'ottica anche del più
minimo adeguamento ai parametri europei;
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