mercoledì 12 dicembre 2012

SAPERE CHI SIAMO, NON AVERE PAURA.

Vorrei fare un discorso poco convenzionale. Se il mio partito apre le porte alla raccolta firme del M5S io sono orgoglioso. E ora tutti diranno "ecco, questo vuole andare con Grillo". Se il mio partito apre al movimento arancione e io dico che sono orgoglioso diranno "ecco, questo sposta per De Magistris". Se il mio partito dice che vuole costruire una lista unitaria di centrosinistra alternativa a Monti e io sono orgoglioso diranno "ecco, questo è filo-PD".

E se dicessimo che siamo d'accordo in ciascuno di tutti e tre i casi? E' finita l'ora di ragionare solo nei termini di chi ci vuole incastrare con recinti, sigle, orticelli ed etichette. In attesa dell'assemblea di sabato, sono fiducioso e orgoglioso di un partito che da sempre parla dei temi e che riesce a capire tanto le ragioni della pura protesta, che sta subendo una chiara strategia di esclusione con l'ipotesi voto a febbraio, quanto le ragioni e le energie della società civile e, infine, la disperazione di quegli elettori della coalizione che sperano fino all'ultimo in un centrosinistra diverso o in qualcosa che, provando a farlo rinsavire, forse pian piano diventi esso stesso alternativa di Governo, anche negli anni.

E allora diciamolo con chiarezza che il problema di oggi non è l'aritmetica ma CHI rappresentiamo. l'Italia contro il pareggio di bilancio? contro le spese militari? contro i tagli alla cultura? contro la distruzione delle PMA, dell'impresa onesta e della concorrenza reale? contro l'assalto ai diritti civili e sociali? contro le mafie di ogni ordine e grado? contro ogni tentativo di occultare la verità storica? contro la genuflessione alla cultura vaticana? contro un'Europa fondata sul MES? L'Italia laica, onesta, libera, solidale, moderna, dei diritti, delle pari opportunità, delle nuove sfide globali, della Costituzione?

Se rappresentiamo, se siamo questa Italia, allora il compito di chi ci crede, dei giovani prima di tutto, deve essere quello di dire che tutto questo non c'è in quel centrosinistra, che nessuno teme il famigerato voto utile e men che meno la costruzione di qualcosa di nuovo. Nessuno ha paura. E bisogna dirlo per primi, senza aspettare che i giochi si compiano sopra le nostre teste.

Solo in questo modo, chi ci rappresenta, potrà dire con forza a quel centrosinistra che senza certe condizioni non ci saremo, spiegando infine che abbiamo immaginato due coalizioni diverse.  
E se qualcuno vuole farci passare per rivoluzionari anarco-eversivi ben venga. I cittadini stabiliranno chi ha ragione. 

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