giovedì 30 maggio 2013

Quelle trans al funerale di Don Gallo: “Eppur si muovono”



Il funerale di Don Gallo è davvero qualcosa da ricordare. Qualcosa che ha rotto gli schemi, o che, a seconda dei punti di vista, ha mostrato tutta l’inconsistenza di schemi e ideologie che si sono già rotti da un pezzo.
Don Gallo era il prete partigiano, il prete degli emarginati, il prete che poneva di fronte ad ogni cosa l’aiuto verso il prossimo e l’attenzione a chi soffre, valori spesso completamente dimenticati nei fatti da Santa Romana Chiesa.
Una persona che ha suscitato la commozione di un Paese intero.

No Tav, sindacati, comunità lgbt, gente comune, istituzioni e politica. C’erano proprio tutti.
Quelle transgender presenti al funerale rappresentano però qualcosa di più, sono ancora più dirompenti del famoso “vi dichiaro marito e marito” del prete genovese. Più di gay e lesbiche, le persone transgender rappresentano la categoria oggi più emarginata in assoluto, che al tempo stesso torna comodo quando cala il sipario dell’ipocrisia istituzionale, un muro di menzogne dietro il quale si nascondo verità inconfessabili. Sono persone scomode, di cui non si deve parlare, e che quando sanno troppo finiscono persino bruciate vive, come Brenda nel caso Marrazzo.


Ci voleva Don Gallo per portarle al cospetto dall’autorità più conservatrice e confessionale del Paese, la CEI, secondo la quale gli omosessuali sono deviati e peccatori perseveranti, mentre le persone transessuali sono ancor peggio vere proprie storture della natura. Eppure erano lì, in una cerimonia solenne della Chiesa Cattolica, e, cosa più eclatante, non erano probabilmente loro a sentirsi a disagio, per lo meno mai quanto il “padrone di casa” Monsignor Bagnasco, sommerso dai fischi della gente.
Emerge tutta l’insufficienza e la parzialità di una visione del mondo. Un modo limitato e ormai antistorico di vedere la persona e la famiglia. La chiesa considera gli studi di genere un errore della ragione, qualcosa di contro natura, prima ancora che contro Dio. Poi arrivano preti che, come Don Gallo, si accorgono che queste persone non sono degli squilibrati o dei malati mentali, ma sono come tutte le altre, amano, soffrono e hanno una propria natura, una propria dignità. E spesso possono anche insegnarci molte cose.
Le trans al funerale sono un pò come il cannocchiale di Galileo per il sistema tolemaico, che mostrò per la prima volta la presenza del movimento nei cieli di fronti ai prelati increduli, spianando la strada alla teoria eliocentrica. “Eppur si muove“, verrebbe da dire, è presente, è una persona che si mostra ad una comunità, alla tua comunità, ed esiste. Una presenza che ti pone di fronte un realtà che non volevi vedere. E mette in crisi un sistema. Un sistema che non riguarda solo la dottrina cattolica, ma anche buona parte del pensiero comune nel mondo occidentale.

L’identità di genere e l’orientamento sessuale sono aspetti plurali e molteplici dell’individuo, lo sono sempre stati. Non è una nuova moda, come risponderebbero certi prelati, bensì un avanzamento nel riconoscere i diritti esattamente come quello ottenuto storicamente dalle donne, le quali a proposito, meritano ancora molto altro sul terreno della dottrina e anche nella vita quotidiana del nostro Paese.
Quanto è stato dirompente il “vi dichiaro marito e marito” di Don Gallo?

Ancora di più, la presenza di queste persone è destinata a far storia.

E’ mai possibile continuare a propagandare l’idea monolitica della sessualità finalizzata esclusivamente alla procreazione, oltre alla distinzione ingessata tra due generi l’uno subordinato all’altro?

Prima era la terra al centro del mondo, adesso pretendono di metterci la coppia, sempre e comunque, felice o meno, basta che possa procreare. Forse è ora di capire che al centro del mondo c’è una sfera chiamata persona, nelle sue molteplici sfumature e che attorno ad essa nascono diversi tipi di relazioni e di coppie, ciascuna a suo modo feconda, nella procreazione, nell’educazione e anche nelle idee, come diceva un signore chiamato Platone (Simposio, Leggi).


Le vere famiglie, di ogni tipo e, sopratutto, felici, nascono quando la gente ha la possibilità di crescere ed esprimersi per ciò che è. Stiano tranquilli oltretevere, non spariranno gli eterosessuali, ci saranno solamente persone più consapevoli, libere e mature. Ma forse questo li spaventa un pò.

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