martedì 20 novembre 2012

Il tempo dei partigiani è appena cominciato


Io non mi sento parte del "centrosinistra" di queste ore. Il mio voto alle primarie sarà solo un segnale contro il Monti-bis. Io mi sento parte di un area, di un elettorato, di un popolo che prescinde da nomi e partiti.   Donne e uomini che non si sono ritrovati solo per combattere Berlusconi e che hanno sviluppato una sensibilità, delle idee e dei metodi di fare politica che vanno al di là delle vecchie ideologie e che oggi hanno la capacità di saper affrontare i vecchi e i nuovi problemi dell'Italia.

Non si tratta solo del popolo di IDV. Si tratta di un popolo che oggi è sfiduciato e che per lo più non vota. Sono tutti quelli che hanno seguito iniziato seguendo i girotondi, che hanno sempre combattuto contro corruzione, oligopoli e conflitti di interesse, che hanno lottato per i diritti civili e che hanno alzato in mano le agende rosse. Tra di loro è nato anche un modo di pensare l'ambiente, lo sviluppo e i diritti dei lavoratori. Un modo nuovo di vedere la politica e la consapevolezza che il mondo sta cambiando ad una rapidità inimmaginabile, chiedendoci uno sforzo per interpretarlo con nuovi orizzonti di pensiero.  La consapevolezza, inoltre, che  lo sviluppo e il riscatto di un Paese non possono essere scissi dalla chiarezza sul proprio passato di stragi e delitti,  per quanto doloroso  possa essere.

Bisogna porsi delle domande. Questo centrosinistra chi rappresenta? rappresenta tutti quelli che hanno fischiato Monti all'insospettabile Bocconi? rappresenta coloro che hanno fischiato Ornaghi e Profumo alla giornata della Cultura organizzata dal Sole24ore alla presenza di Napolitano? Rappresenta la metà dei siciliani che non è andata a votare e l'altro 40% che ha sostenuto Crocetta ma non il PD? Rappresenta gli studenti picchiati in piazza che protestano contro la privatizzazione della Scuola?

Siamo e siamo stati i partigiani del terzo millennio, contro il berlusconismo, e abbiamo il dovere di portare avanti una proposta costituzionale di riforma interna ai partiti, perchè siano democratici per legge. Ma non solo.

Adesso, subito, in queste ore, abbiamo prima di tutto il dovere di riportare la gente a far politica, di capire come si coniuga la rete e il territorio, la trasparenza del web, la democrazia e la politica competente. E' un terreno di dibattito nuovo, del tutto aperto, che si sta evolvendo quasi ogni giorno. E in tutto questo abbiamo di fronte prima ancora la sfida del montismo che continua a vessare i più deboli e a corrodere i diritti senza soluzione strutturale alcuna, con il solo merito di aver tolto di mezzo un governo di saltimbanchi, senza però scalfire il berlusconismo dilagante.

Di fronte a tutto questo io credo che abbiamo gli strumenti per farcela, non importa sotto quale nome o vessillo e credo che la terza repubblica abbia bisogno di noi.  Mentre qualcuno occupava le prime pagine con prostitute e festini c'erano persone che lavoravano alla proposta e all'alternativa, persone che hanno imparato a fare politica.  Una politica che si fa umile, studia e dialoga continuamente con il mondo, che sta immaginando un patto nuovo tra giustizia sociale, sviluppo e mondo globale.

L'Italia ha problemi radicali da risolvere, antichi quanto la sua storia, e ancor prima la crisi dei diritti, dei giovani, della disoccupazione, delle PMI, della politica industriale. In uno scenario diviso tra una classe politica reduce in gran parte da un ventennio di disastri e tra chi si propone di portare avanti una protesta sacrosanta e dirompente, noi possiamo essere quel popolo di persone capaci, democratiche e determinate a voltare pagina,  che hanno il dovere di stare a fianco di chi sta insorgendo per  costruire un'altro Paese.

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