giovedì 28 marzo 2013

IDV: NON SIAMO UN CODICE FISCALE. LO DIMOSTREREMO












Forse, lo vedremo nei prossimi giorni,  è stata fatta la cosa migliore. Ma in una maniera talmente sbagliata,  priva di ogni tempismo,  logica comunicativa e sopratutto democratica da diventare una tragicommedia.  

L'ufficio di presidenza dello scorso 26 marzo ha troncato l'iter congressuale avviato con tanto di date,  calendario preparatorio e comunicazioni inviate, per deliberare lo scioglimento prossimo dell'attuale soggetto giuridico Italia dei Valori, "di cui al codice fiscale 90024590128"e dar vita tramite primarie aperte alla costituente di un nuovo soggetto giuridico di centrosinistra ispirato all'ALDE. 

Mediaticamente un disastro. Sono uscite dichiarazioni confuse e contrastanti da parte dei singoli membri dell'ufficio di presidenza, alla stampa è arrivato il messaggio chiaro che chiudiamo i battenti, il tutto in mezzo a due campagne elettorali, il Friuli e Roma.

Democraticamente peggio:
Viene convocato un esecutivo, il 6, per discutere solamente di come portare avanti la decisione, cioè per ratificare il tutto.


Si poteva fare una proposta da far votare quantomeno all'esecutivo, anzichè una delibera, si poteva posticipare la comunicazione dell'intenzione di sciogliere il soggetto giuridico, si potevano fare molte altre cose nella sostanza e nella forma per non perpetrare l'ennesimo fare e disfare dall'alto. I militanti si vedono sparire il proprio partito sotto i piedi, così, in un batter d'occhio, magari dopo aver fatto il biglietto per il congresso di San Sepolcro.

Forse però, questo ufficio di presidenza, il più pirotecnico della storia, nel suo traboccare di autoritarismo rischia di produrre qualcosa di democratico, almeno per come è stata annunciata la Costituente. Vedremo le regole che verranno prodotte il 6 aprile. Se verrà fuori qualche marchingennio a tutela dell'attuale dirigenza forse non varrà neanche la pena di giocarsi la partita. Se effettivamente nel nuovo "organo costituente" ci saranno dei margini di rinnovamento di età, di genere e di contenuti,  è un altro discorso. 

Passando al piano politico, ecco infatti il punto più importante: la delibera dell'ufficio di presidenza sembra  quasi dimenticare  tutto quanto IDV ha fatto in questi anni, facendo rimanere solo l'ALDE. Io personalmente ho costruito disegni di legge, progetti politici, contatti, relazioni che mi hanno segnato e hanno segnato anche IDV. Migliai di militanti hanno combattuto battaglie sulla legalità, sul lavoro, per i referendum:  l'unica alternativa a Monti e Berlusconi ha camminato sulle loro gambe per anni.  

ll riferimento all'ALDE è insufficiente, trattandosi di una formazione che ospita formazioni liberiste così come anche sociallberali e rappresentando categorie politiche ormai inadatte a rispondere a certe domande o ancor peggio portatrici di risposte sbagliate. Cosa dirà, in altre parole, il nuovo soggetto politico sul fiscal compact, sul pareggio di bilancio e sull'ESM, provvedimenti ai quali l'ALDE è stato favorevole? Considererà l'euro un tabù? come proporrà di risolvere la crisi dell'eurozona? 

Su molti di questi argomenti IDV ha già  assunto posizioni proprie.

La questione non è più a che punto alzare o abbassare l'asticella dell'intervento dello Stato nell'economia o decidere quali partecipate chiudere e quali liberalizzare. Abbiamo già le risposte di Keynes e Rosselli nel primo caso e diversi esempi di amministrazione virtuosa nel secondo.  Non critico l'ALDE perchè mi sento più a sinistra nè tantomeno socialista, bensì perchè mi ritengo oltre e credo che sia una "cassetta degli attrezzi" datata, anche se forse la meno datata in circolazione. Prima di pensare di stare o non stare nell'ALDE bisogna vedere cosa si dice e si propone: sappiamo che IDV vi aderisce, ma non può essere quello il solo punto di riferimento di qualcosa di nuovo.

L'argomento delle prossime elezioni sarà una proposta di europa alternativa all'austerity, una proposta ancora da elaborare e da costruire. Il prossimo soggetto politico dovrà scegliere da che parte stare e chi rappresentare. I disoccupati, i precari, i giovani, gli esodati, l'impresa in crisi o chi invece ha una posizione?

 La sfida sarà ancora più decisiva sul piano della partecipazione e dell'innovazione politica, in quanto le ultime elezioni hanno mostrato un travolgente mutamento ormai genetico del rapporto tra cittadini e rappresentanza. Bisogna concretamente sperimentare e sfidare Grillo sul terreno della  - vera - democrazia in rete, mutuando i sistemi di democrazia partecipativa dai partiti pirati europei, costituendo un'assemblea permanente attraverso una piattaforma deliberativa virtuale che lavori in modo parallelo alla struttura territoriale e sia in grado di produrre contenuti politici vincolanti. 

Bisognerà la contempo creare e vivere un partito quanto più collegiale, che ogni sei mesi si confronta in un congresso programmatico. 

Insomma, se ci saranno i modi io sarò tra quelli che cercheranno in tutti i modi di caratterizzare e marcare con determinati contenuti questa costituente, dimostrando che IDV ha "prodotto" politica e contenuti è che molto di più di un banale codice fiscale uscito da un ufficio notarile sotto l'ispirazione di una sigla europea.

1 commento:

  1. Vuoi un mio parere? Questa e' l'unica mossa per provare a ripresentarsi passando come costola del PD alle prossime ed imminenti elezioni ed infilare qualche personaggio storico in parlamento. Se così fosse non mi ribeccano nemmeno dipinto. Hai detto bene tu, mancano i punti di riferimento per diventare una nuova proposta. Purtroppo i nostri "capi" continuano a non essere al passo con la domanda. Certo il nuovo lavoro sarebbe lungo e non darebbe risultati immediati, ma non è detto che si debba tornare subito al parlamento.

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