lunedì 14 gennaio 2013

DA JODIE FOSTER ALLA CASSAZIONE: SIAMO TUTTI CONTRO NATURA.

















Sono giornate intense per il dibattito sui diritti civili. Dopo la sentenza della Cassazione che riconosce l'affidamento di un bambino ad una mamma che vive con la compagna, ecco che persino la cerimonia del Golden Globe viene "oscurata" dal coming out di Jodie Foster, che fa il giro della rete in poche ore.

Qualcosa sta cambiando e si vede. Anche i 300.000 in Francia, che manifestano contro i matrimoni Gay, sono davvero pochi in confronto ai milioni che hanno votato Hollande, che al contrario del nostro centrocentro(sinistra), ha fatto della questione diritti civili un chiaro e riconoscibile elemento di distinzione programmatica. 

Di fronte a tutto questo, arrivano come sempre gli anatemi vaticani contro la cassazione. "Una sentenza contro natura". Questo in sostanza il giudizio dei vescovi e delle gerarchie d'oltretevere.
Forse hanno ragione solo su un punto, questi porporati. Forse bisognerebbe inziare a parlare anche di "natura". Non come facevano i metafisici e i filosofi di un tempo, in maniera dogmatica, nè tantomeno pretendendo di elevare la scienza a verità religiosa.

Gli studi scientifici ci danno degli elementi concreti, basati sull'osservazione e sugli studi sperimentali, che devono essere invece un punto di partenza per elaborare una visione della società e del diritto che abbia come parametro fondamentale il pieno sviluppo e il benessere dell'individuo, come singolo e nella società. C'è ormai una letteratura scientifica in merito alla questione dell'omogenitorialità,  Cos'è davvero contro natura? forse i giudici che hanno scritto la sentenza conoscono bene la violenza domestica sui minori e sulle donne? sanno che in Italia ci sono 100.000 bambini che hanno almeno un genitore omosessuale? capiscono che educare e procreare non sono la stessa cosa?

Ci sono degli studi che documentano il pluralismo di orientamento sessuale e di identità di genere in più di 400 specie animali, spiegando che alcuni individui hanno il compito di cooperare alla riproduzione della specie, non di contribuirvi direttamente con la procreazione. Non è solo procreando biologicamente che si ha una funzione nella continuità della specie. Questa è una visione meccanica e paradossalmente materialista, cha abbrutisce la ricchezza relazionale di cui sono capaci le persone.

Accudire la prole rimasta priva di tutele, contribuire al procacciamento del cibo e alla difesa del branco. Sono solo alcuni degli aspetti che emergono da questi studi sul ruolo degli individui non eterosessuali nel mondo animale. Se pensiamo alle potenzialità dell'essere umano rispetto ai viventi non umani, forse comprendiamo la forzatura interpretativa di fronte alla quale ci troviamo quando sentiamo "uomo e donna, il resto è contro natura".

Forse contro natura sono le sentenze che vengono dal disco rotto suonato infinite volte in piazza San Pietro, sentenze che altro non fanno che relegare da millenni le persone LGBT all'oblio, al rinnegamento di se stessi e all'isolamento relazionale. Vale a dire quanto di più "innaturale" esista.

Bisogna cominciare a dire che è ciò che fa soffrire e reprime le persone ad essere contro natura. Per "natura" dobbiamo intendere un insieme di potenzialità e ed espressioni positive di cui è capace l'essere umano, prescindendo da quegli schemi che gerarchizzano e ingessano le differenze, ed aprendo ad una visone pluralista delle capacità umane, compresi anche i "ruoli" giocati dal singolo nell'interesse complessivo della comunità. 

Contro natura forse è chi dice che le rivendicazioni gay minacciano la pace, senza rendersi conto delle migliaia di silenziosi drammi familiari a rischio suicidio che queste parole possono provocare. Contro natura, forse, è definire ancora malattia un fenomeno che esiste dalla notte dei tempi e che sembra evidente non ci abbia assolutamente portato all'estinzione, avendoci invece regalato personaggi di spessore ineguagliabile, da Michelangelo a Oscar Wilde, da Leonardo da Vinci  ad Alan Turing. 

Queste persone, insieme a tante altre,  erano contro natura, o rappresentano esempi del meglio della natura umana? non funzionano qui i distinguo della serie "un conto è il talento, un conto è la pratica viziosa". Le persone vanno considerate tutte intere.
Contro natura è forse pretendere di guarire chi non è malato, pretendere di sentenziare sulle donne e sulla famiglia senza averne idea, imporre la castità ai preti ed occultarne poi gli sfoghi violenti generati dal proibizionismo e dalla sessuofobia, come negli scandali sulla pedofilia.

Insomma se la vostra natura è questa, cari Ratzinger e Bagnasco, credo abbiate perso qualche passaggio.

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