mercoledì 9 gennaio 2013

I REFERENDUM SUL LAVORO E L'IMPRESA: L'INIZIO DI UN ALTRO MODELLO

















I due referendum su articolo 18 e contrattazione nazionale collettiva, le cui firme vengono depositate oggi in cassazione, rappresentano una grande vittoria per di partecipazione democratica e civile, oltre che un successo organizzativo per il comitato promotore #lottoperildiciotto, per tutte le forze sostenitrici e per Italia dei Valori, che ha anche sostenuto i due referendum per l'abolizione dell'attuale modello di finanziamento ai partiti e della diaria dei parlamentari.


Oltre a trattarsi di una indispensabile battaglia di civiltà,  che garantisce al lavoratore la certezza del reintegro se licenziato in modo illegittimo, si tratta di una grande inversione di rotta nel modo di concepire il  rapporto tra lavoro e impresa. A differenza di chi ritiene si tratti di una battaglia conservatrice, è necessario affermare che l'impresa italiana ha bisogno oggi di investire nelle certezze dei propri lavoratori, nelle risorse umane, nelle competenze, nell'innovazione. Chi è interessato alla modifica dell'art. 18 è solo il "grande" capitalismo assistito all'italiana, che prende i soldi dallo Stato e scappa via col bottino. All'80% delle imprese italiane, che hanno meno di 15 dipendenti, interessa ben altro per uscire dallo strangolamento della crisi: la riduzione di IRES e IRAP, del costo del lavoro, seri programmi governativi di formazione delle imprese e internazionalizzazione delle stesse, che rendano possibile la costruzione di reti di imprese con progetti e caratteristiche simili. Inoltre, è necessaria anche una vera politica di smantellamento di privilegi, corporazioni e mercati chiusi, non le sbiadite liberalizzazioni portate avanti nelle scorse legislature.

In tutto senso, i  referendum segnano un percorso preciso:  lo sviluppo e la crescita non sono la difesa a tutti i costi di imprese e multinazionali malate di assistenzialismo. La tutela dell'economia reale e la ricchezza effettiva di un Paese e dei suoi cittadini, va di pari passo con la tutela dei diritti.

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