La
questione diritto allo studio nel lazio come in tutta Italia è una vergogna internazionale.
Abbiamo l'ateneo con più iscritti in Europa e altre università di primo
livello, ma trattiamo gli studenti come zavorra. Rispetto al 2009 i
vincitori di borsa sono la metà, per via della carenza dei fondi, mentre
aumentano gli aventi diritto che restano "idonei non beneficiari".
Oltre metà degli studenti che hanno fatto richiesta,
quest'anno, sono rimasti senza borsa, mentre a causa del "coefficiente
di merito normalizzato" chi è al secondo anno non può programmare il
proprio futuro, perchè in sostanza si tratta di una formula bizantina
per dire "devi avere intanto tot crediti, poi si vede se ci sono i
fondi".
In più ci sono 1000 studenti rimasti fuori nella graduatoria dei
posti alloggio, cioè senza borsa e senza tetto.La rivoluzione civile
deve partire dalla conoscenza e dal merito vero. Non solo i 60 milioni
per la copertura totale delle borse, ma l'istituzione di un osservatorio
regionale sul diritto allo studio, sul modello del piemonte, un
programma straordinario per gli allogi per ristrutturare invece di
costruire e promuovere convenzioni con i proprietari di allogi sfitti
nel centro di Roma, una revisione complessiva di tutti i servizi per gli
studenti, per evitare appalti fuori norma e "ad aziendam". L'Università
deve ripartire come diritto, come motore del futuro dei giovani e come
detonatore di un'economia per il territorio.
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