martedì 16 ottobre 2012

Azione Universitaria Bari più vecchia di politici e cardinali

Premesso che la libertà di insegnamento e di pensiero sono uno dei capisaldi della nostra costituzione, non è più possib ile che le questioni LGBT vengano bollate come travianti manifesti politici "di sinistra". I rappresentanti di Azione Universitaria sono intervenuti contro un testo obbligatorio per il corso di sociologia del diritto sulle tematiche LGBT con prefazione di Nichi Vendola, quasi si dovessero scagliare contro un qualche feticcio "stalinista". Non possiamo più tollerare che queste "capre" rappresentino gli studenti. I diritti LGBT, le coppie di fatto, il matrimonio, le adozioni, provengono infatti da principi liberali che fortunatamente sono divenuti patrimonio anche della cultura progressista, quei principi della moderna destra europea che i loro partiti di riferimento dovrebbero rappresentare.


 Cameron in Inghilterra sostiene il matrimonio gay, la Merkel in Germania esorta i calciatori omosessuali a fare coming out. Persino Gianfranco Fini si espresso a favore dei diritti civili. Di quanto vogliono far rimanere indietro il nostro Paese? sono più vecchi dei cardinali che gli stanno alle spalle. Nessuno, inoltre, può vietare a chi si trova ad essere governatore di una regione di promuovere un progetto culturale e scrivere la prefazione ad un libro sulle tematiche LGBT. E' anzi un'iniziativa lodevole che contribuisce ad introdurre nel dibattito accademico questi temi. Un'iniziativa che di politico ha ben poco, visto che c'è ormai un fronte trasversale tra i partiti, in cui IDV è in prima linea, e c'è l'intera comunità LGBT (non gay come la chiamano loro) che porta avanti queste tematiche, supportata da studi internazionali condivisi dalla maggior parte della comunità scientifica.

 I pronunciamenti della corte costituzionale nel 2010 e della cassazione lo scorso marzo 2012, inoltre, non stabiliscono alcuna incompatibilità tra i matrimoni gay e la costituzione, anzi esortano il parlamento nazionale a prendere provvedimenti. Il problema è che siamo in un Paese dove la maggior parte delle volte le questioni che riguardano la bioetica e la laicità vengono affrontate negli Atenei attraverso libri e monografie di stampo confessionale. Non siamo abituati al pluralismo culturale e alla libertà di pensiero. Detto questo, è assurdo, anzi direi criminale, presentare queste argomenti come una minaccia nei confronti della famiglia tradizionale, specie in momenti di partecipazione e condivisione di idee come quello delle elezioni universitarie. Nessuno si sogna di mettere in discussione la dignità delle coppie etero. Qui si tratta di allargare i diritti, di garantire la dignità sociale di persone che per secoli sono state condannate all'oblio e alla sofferenza e che questo genere di campagne non fanno altro che calpestare ulteriormente.

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