
Per cultura liberista si intende una cultura che pone la libertà economica in cima ad ogni valore nell'economia reale e nell'economia finanziaria, una libertà che tende a a prescindere dalle regole necessarie per la giustizia sociale, la salvaguardia dell'ambiente e i diritti delle generazioni future.
Come modello economico in sè, il lberismo è pressochè inesistente nella realtà,specialmente in Italia, vista la mancanza di concorrenza e il clientelismo corporativo che domina il nostro tessuto produttivo. E' un modello, tuttavia, che rappresenta concretamente una direzione politica, verso la quale sono ispirate scelte di politica internazionale e nazionale, dalla Troika all'Unione Europea, sino al governo Monti. Non c'è bisogno di essere anticapitalsisti per dire che si tratta di un modello che, nella sostanza, sta garantendo una struttura oligarchica dell'economia e del potere a tutti i livelli, che in fin dei conti contrasta coi i principi di libertà al quale esso stesso è ispirato. Una contraddizione, questa, che costituisce il vero problema di tutte le ideologie con cui ci confrontiamo.
Si pensa troppo alla ricapitalizzazione delle banche, alle politiche di austerity e di conseguenza a tagli lineari su servizi e welfare, e troppo poco alle regole necessarie, come ad esempio la tobin tax, l'accesso al credito, la separazione degli istituti bancari da quelli di investimento, l'indipendenza delle agenzie di rating. Anche la scelta di evitare la patrimoniale risponde ad un rifiuto ideologico di intervenire sulla ricchezza a fini di redistribuzione.
Vendola è vicino a idee socialdemocratiche e coglie i limiti di questa ideologia oggi dominante a tutti i livelli. E' necessario, tuttavia, superare tutte le ideologie, non solo quelle oggi preponderanti ma anche quelle del passato, andando oltre e aggiornando i contenuti ormai inadatti di termini come socialismo, socialdemocrazia, liberalismo. La domanda di cambiamento che risuona oggi a livello globale e che in Italia vede la fiducia dei partiti al 4%, ci impone di affrontare il merito delle questioni e guardare a fenomeni e problemi mai visti prima
Bisogna tornare ai valori che hanno ispirato le singole tradizioni di pensiero politico. Bisognerà dunque dire no a liberismo come ideologia, ma anche affermare che in Italia non esiste il libero mercato nell'economia reale, perchè la corruzione, l'assenza di regole e il corporativismo soffocano la concorrenza. Bisognerà parlare tanto di patrimoniale tanto di riforma della pubblica amministrazione. Tanto di diritti sociali quanto di diritti civili, affrontando sino in fondo la questione laicità nel Paese. Tanto di libera iniziativa quanto di programmazione della politica industriale. La bussola da seguire dovrà essere una politicarealmente negli interessi di tutti i cittadini, che lotti contro le disuguaglianze e le sofferenze delle persone e che garantisca altresì la libertà individuale.
Non è un percorso facile, perchè impone un'accelerazione culturale davvero notevole, visto che in Italia la cultura politica è ferma da decenni e l'indifferenza dilagante la sta portando forse addirittura indietro. Un elemento però è chiaro.
Il cambiamento arriva solo guardando avanti, non voltandosi indietro cercando i treni che si sono persi. Credo e sono convinto che i giovani IDV abbiano davvero le carte in regola per avviare insieme a tanti altri compagni di viaggio questa trasformazione della cultura progressista in Italia.
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