martedì 16 ottobre 2012

Decalogo della precarietà: punto di partenza concreto

(Gennaio 2012)E' apparso ieri su "Repubblica" il decalogo della precarietà, i dieci punti essenziali del comitato 9 aprile per eliminare la condizione precaria dei lavoratori. Un programma al quale abbiamo partecipato anche noi Giovani IDV, sostenendo l'assemblea dello scorso 19-20 novembre "liberiamoci della precarietà". Siamo convinti che l'attuale dibattito sul lavoro abbia assunto un profilo talmente astratto da non rendere possibile capire in che modo si intenda affrontare la condizione dei lavoratori. Tutto questo in uno scenarioin cui, la disoccupazione giovanile tocca il 31% secondo gli ultimi dati ISTAT. Se consideriamo inoltre che più dell'80% delle imprese italiane hanno meno di 15 dipendendi e non rientrano quindi nel dibattito sull'articolo 18, è ancora più lampante quanto sia necessario spostare il baricentro del discorso. E' ormai chiaro che la precarizzazione selvaggia attuata in Italia, che dal 95' al 2007 ha tagliato le tutele di oltre 10 volte in più rispetto ai paesi europei, abbia prodotto pessimi risultati anche dal punto di vista dell'economia e delle imprese. Nello stesso periodo le esportazioni del made in Italy sono scese di oltre il 20%, e le nostre aziende hanno perso gran parte della capacità di competere nei settori dell'alta tecnologia e dell'innovazione. La precarizzazione ha infatti determinato una perdita generale di capacità di investimento in formazione e di progettazione a lungo termine ed ha costituito un potente disincentivo per i lavoratori stessi a specializzarsi e ad impegnarsi più dello stretto necessario. Se, quindi, un pilastro per il rilancio dell'economia dovrà essere certamente una nuova politica industriale in grado di sostenere realmente l'imprenditoria giovane, liberare le energie presenti nei territori, puntare sui settori strategici e tracciare un profilo anche di "cosa" produrre, un altro dovrà essere la garanzia delle condizioni del lavoratore e l'abbandono della strategia miope dell'abbattimento dei costi attraverso la precarizzazione. Una politica di questo genere dovrà certamente fuggire dalla logica del compromesso al ribasso, perchè non è abbassando le tutele a chi già ne gode, che risolveremo i problemi dell'economia, per i motivi già espressi. A tal proposito, il decalogo della precarietà è certamente un valido e concreto punto di partenza che è necessario considerare con serietà.

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