giovedì 18 ottobre 2012

GIOVANI E VECCHI: IL LIFTING DEL PD















Ed eccoci qui tutti a celebrare il grande successo di Matteo Renzi. Aver fatto  fuori Veltroni e D’Alema.. Ammesso e concesso che si possa parlare di un merito,  qual è? Quello di aver costretto il PD ad un’operazione di lifting, magari mettendo in soffitta il grigio dei famosi manifesti di Bersani? Ci sono una schiera di infiniti piccoli D’Alema e Veltroni pronti ad entrare al posto dei due sacri totem abbattuti dal prode Renzi. Giovani inesperti e anche più manovrabili.  

Ma forse il primo è proprio lui,  sgargiante, sportivo, alla mano, diciamo anche un po’ fighetto, ma sempre ex-margherita, figlio di un democristiano e finanziato dalla vecchia confindustria.  Salvo conversioni sulla via di Damasco (non perveute), un po’ deludente per un Paese che per prima cosa ha bisogno di rompere tutta la marea di inciuci e compromessi che bloccano la concorrenza vera e impediscono di affrontare i veri problemi dell’economia, altro che articolo 18. Decisamente poco per un Paese che ha bisogno di smettere di farsi prendere in giro dai Marchionne di turno, ad esempio, che prendono i soldi e vanno via, o che ha bisogno di finirla con il cemento.


Insomma, qui si guardano solo le facce. Dove stanno i giovani? C’è un bisogno disperato di giovani nel nostro Paese, non solo sulle poltrone del Parlamento, ma nelle università, nelle scuole, nelle aziende, nella ricerca.  Il problema è che quelli con le idee giuste li stiamo mandando tutti all’estero, oppure li stiamo deprimendo a forza di contratti precari. Il giovane all’anagrafe avrà sempre qualche possibilità in più di essere più bravo e più onesto dell’attuale classe politica, ma è solo qualche possibilità in più.  Bisogna vedere quante chance ha avuto quella persona di fare politica, che storia ha e, sopratutto, che idee ha. Che dice Renzi del conflitto di interessi? Dell’istruzione? Della laicità? Dei diritti civili? Della precarietà? Dei capitali scudati? Della corruzione? Dell’ambiente? Della politica industriale? Solo per dirne qualcuna. 

La verità è che riusciamo a concentrarci solo sulle facce delle persone, su come parlano e sulla simpatia che riscuotono. Se poi Renzi insieme a Letta, Fioroni, Ichino e tanti altri del PD, si lamenta che la carta di intenti della coalizione “Bene Comune”  abbia faticosamente e con dolore rinunciato anche solo a citare la cara ed indispensabile agenda Monti, poco importa. Intanto, con l’agenda Monti targata  Merkel, oggi è morta una persona negli scontri in  Grecia e un operaio in Italia si è dato fuoco a Montecitorio. E noi esultiamo per il lifting del PD.

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