sabato 2 febbraio 2013

Studenti, colpo di coda folle del governo, è punto di non ritorno
















Siamo all'assurdo, il Paese che investe meno nella formazione e negli studenti, con il minor numero di laureati in Europa, con le tasse universitarie più alte, con la vergogna unica degli idonei non beneficiari, continua a tagliare sulle borse di studio, stavolta rivedendo i parametri di reddito e merito. A niente serve la notizia delle 50.000 immatricolazioni in meno in due anni. A nulle serve dire che, a parametri di reddito invariati, dal 2006-2007 abbiamo avuto 12.000 borsisti in meno e che quest'anno abbiamo 57.000 idonei non beneficiari. Sono dati che dimostrano l'impoverimento complessivo dei giovani e delle famiglie italiane e bollano senza appello come insufficiente, ridicola e imbarazzante la politica sul diritto allo studio in Italia.



In piena crisi, Francia e Germania investono quasi 2 miliardi nel diritto allo studio, la Spagna 900 milioni; noi abbiamo speso nel 2011/2012 332 milioni, tra Stato, regioni e tasse degli studenti, lasciando senza borsa 4 studenti aventi diritto su 10, e ci ritroviamo con appena 114.000 borsisti a fronte dei più di 500.000 della Francia e della Germania, per non parlare dei servizi e delle agevolazioni complessive su diritto allo studio e accesso alla cultura inesistenti in Italia.

Adesso, in una situazione del genere, il nuovo decreto che sarà all'esame della conferenza Stato-Regioni il prossimo 7 febbraio, abbassa i parametri ISEE al di sotto dei 20.000 euro, imponendo una differenziazione d'ufficio tra nord e sud che genererà inevitabilmente un flusso migratorio senza precedenti, aumenta le detrazioni sulle borse di quasi 1000 euro per mense e alloggi (45% di liquidità in meno per chi otterrà la borsa), raddoppia i crediti necessari per ottenere la borsa al secondo anno, ignorando le  migliaia di studenti letteralmente sul lastrico che lavorano e non arriveranno mai a rientrare in certi parametri di merito meramente temporali e quantitativi. Questo provvedimento è figlio del decreto 68/2012, e ne mantiene anche il non senso  fondamentale: sulla base di quali necessità e di quali calcoli, viene stanziato il fondo per il diritto allo studio? a questa domanda non c'è ancora risposta, nonostante la media OCSE tracci una strada molto chiara.

L'unica risposta che ci rimane, in realtà, è  solo quell'inaccettabile "nei limiti delle risorse disponibili" con cui si decreta di voler coprire le borse degli aventi diritto (decreto 68/2012 art.7). Contro il decreto 68/2012,  IDV ha condotto una ferrea battaglia in commissione e anche il PD ha votato contro.  Riteniamo che il decreto debba essere bloccato immediatamente, in quanto si tratta materialmente di mandare a casa migliaia di studenti togliendo loro qualsiasi chance di formazione, di futuro e persino di potere proseguire all'estero. Siamo davvero vicini al punto di non ritorno sulla strada che ci conduce ad essere un Paese di serie B, privo della capacità di valorizzare le proprie risorse umane e mettere a frutto le intelligenze per la ricchezza del proprio territorio.

Giulia Rodano

Rosario Coco

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